Attualità
PER VEDERCI MEGLIO
Via libera alle lenti a contatto
Non vi sono controindicazioni al loro uso, se si ha il diabete, ma è importante seguire alcune regole fondamentali nella scelta e nella manutenzione
Diabete e lenti a contatto vanno d’accordo? In generale, si può rispondere affermativamente, ricordandosi però che l’occhio del diabetico richiede particolari attenzioni e precauzioni. Il professor Antonio Mocellin, direttore dell’Unità operativa di oculistica dell’Ospedale “Vito Fazzi” di Lecce e membro del consiglio direttivo della Società oftalmologica italiana (già vicepresidente), suggerisce alle persone con diabete una serie di raccomandazioni da osservare nell’uso di questo strumento: “Le lenti a contatto morbide dovrebbero essere di tipo giornaliero. Se si opta per quelle bisettimanali o mensili, bisogna rispettare rigorosamente tempi e modalità di disinfezione, utilizzando la soluzione unica. Infine, ancor più che nei casi di occhi sani, non bisogna usare lenti a contatto di alcun tipo in presenza di infiammazioni o infezioni. Le lenti morbide sono anche più versatili rispetto a quelle semi-rigide gas permeabili, perché possono essere usate saltuariamente, o per fare sport; il loro limite sta nella loro maggiore ricettività ai germi. Dal canto loro, le lenti gas-permeabili sono un veicolo meno frequente di infezioni, ma richiedono un uso continuativo per adattarsi e non soffrire la sensazione di ‘corpo estraneo’. Infine, bisogna ricordare che sono indispensabili nel caso di astigmatismo pari o superiore alle 3 diottrie”.
Quindi, non vi sono controindicazioni all’uso delle lenti, anche in presenza di retinopatia, purché non sia proliferante. Infatti, continua Mocellin “nella retinopatia diabetica di tipo proliferativo non ci sono correzioni con lenti in grado di migliorare la situazione. Anzi, è più che opportuno intervenire al più presto per evitare un distacco di retina, che ne è la conseguenza più temibile ed è provocata da formazione di tessuto fibrovascolare all’interno della cavità vitreale, che esercita una trazione sulla retina. La chirurgia può intervenire con la vitrectomia, intervento di rimozione del vitreo, che viene sostituito da una bolla di gas, o di soluzione idrosalina, o di silicone che, nel tempo, vengono eliminati naturalmente e rimpiazzati dall’umor acqueo”.
QUANDO FARSI VISITARE
Chi ha il diabete deve preoccuparsi di proteggere la propria vista dal rischio delle complicanze anzitutto sottoponendosi a regolari e tempestivi controlli medici. Come consiglia l’oftalmologo Antonio Mocellin, “un diabetico di tipo 2 (cioè chi sviluppa diabete in età adulta-senile) dovrebbe imperativamente fare una visita oculistica, completata da un esame specifico, la fluoroangiografia, 5 anni dopo l’insorgenza di malattia. Nel diabete di tipo 1 (quello dei bambini e dei giovani) la prima visita (con fluoroangiografia) non dovrebbe essere rimandata oltre i 10 anni dall’insorgenza di malattia. L’esito della fluoroangiografia e lo stato di controllo della malattia di base guideranno la successiva cadenza delle visite, ogni 6 mesi, oppure ogni anno o due”.