Vitamina D2, amica del diabete di tipo 2

 

Ottima compagna per le donne che soffrono di diabete di tipo 2 e depressione, la vitamina D sembra in grado di alleviare il dolore. La correlazione è emersa grazie a una ricerca condotta dalla Loyola University di Chicago.

La vitamina D può essere sintetizzata dalla cute con l’aiuto delle radiazioni ultraviolette o introdotta con l’alimentazione, con olio di fegato di merluzzo, pesci grassi come il salmone, verdura verde, latte e derivati, uova. L’apporto alimentare è tuttavia insufficiente a coprire il fabbisogno del nostro organismo mentre la sintesi necessita appunto della luce del sole e la quantità varia in base alla stagione e all’irraggiamento, con picchi in autunno e in primavera. Si calcola che circa un miliardo di persone soffrono di carenza da vitamina D, con conseguenze a livello metabolico.

Nei pazienti con diabete di tipo 2 esiste un legame tra dolore e depressione e per la prima volta uno studio ha messo in luce la possibilità che la vitamina D2 possa assumere un ruolo non indifferente in questa catena. In questo caso i ricercatori hanno deciso di analizzare l’effetto sulla depressione dell’uso di integratori di vitamina D2 su donne affette da diabete di tipo 2. La somministrazione è avvenuta settimanalmente per sei mesi, nei quali si è visto un miglioramento del dolore e della depressione associata. Il 61 per cento delle pazienti riportava dolore neuropatico e il 74 per cento riferiva intorpidimento e formicolio in mani, dita e gambe (dolore sensoriale) all’inizio dello studio e i ricercatori hanno scoperto una significativa diminuzione del dolore neuropatico e sensoriale tre e sei mesi dopo la somministrazione di integratori di vitamina D2.

La vitamina D2 oltre a essere introdotta con una corretta alimentazione e con l’esposizione regolata alla luce solare può essere integrata – sotto controllo medico – anche in modo farmacologico. Questa ricerca permetterà di migliorare la qualità della vita di molte donne e di restituire la giusta importanza a una componente nutrizionale spesso trascurata.

 Eleonora M. Viganò

Fonte: Agi