Un viaggio in bicicletta da Cesena a Singapore, pedalando in totale autonomia per oltre 18000 km per una fetta di torta, un lusso per chi soffre di diabete.
Un giorno lui le chiese: “E se mangiassimo tutta la terra e bevessimo tutto il mare?” “Mi servirebbe un sacco di insulina” rispose lei. È iniziata così la storia d’amore di Chiara Ricciardi, ingegnere edile di 27 anni con diabete di tipo 1 e una grande passione per lo sport, e Riccardo Rocchi, un fotografo affermato che di anni ne ha 33. Chiara e Riccardo a giugno monteranno in sella alle loro biciclette per affrontare una sfida: pedalare da Cesena, loro città natale, a Singapore percorrendo una distanza di 18 mila chilometri in circa un anno per guadagnarsi una “piece of cake”, che in Inglese vuol dire “un pezzo di torta”.
Perché tutto questo per una fetta di torta? “Abbiamo simbolicamente deciso di celebrare il traguardo con una fetta di torta, un piacere scontato per molti, ma una conquista per chi, come me, se la deve guadagnare a colpi di pedali e insulina”, spiega Chiara. La sua non è una sfida alla malattia, ma semplicemente un modo per dimostrare come sia possibile conviverci con equilibrio. E Chiara col diabete di tipo 1 ci convive dall’età di ha 11 anni, quando si è fatta da sola la prima iniezione di insulina. Nel 2007 arriva il microinfusore, che permette a Chiara di assumere l’insulina in continuo sottopelle, migliorando la gestione del diabete tra ginnastica artistica, viaggi studio e laurea.
La coppia ha già affrontato un viaggio in pedalata, che li ha visti percorrere circa 1600 km in 26 giorni da Trieste da Patrasso, in Grecia, senza nessun supporto. Un collaudo di successo per una sfida ben più grande.
Un’organizzazione del viaggio che segue il tempo. Chiara e Riccardo partiranno con due biciclette, cinque borse e tanta insulina. Percorso e tempistiche del viaggio sono state studiate e meticolosamente, in modo da incontrare condizioni climatiche costanti e poco critiche sia per l’impresa ciclistica che per la conservazione dei medicinali necessari a gestire il diabete di Chiara. Attraverseranno i Balcani, la Turchia, l’Iran, l’India e poi tutto il Sud-Est Asiatico Zagabria, Sarajevo, Sofia, Istanbul, Teheran, Dubai, Mumbai, Agra, Mandalay, Bangkok, Kuala Lumpur sono solo alcune delle città sul percorso ciclistico di Chiara e Riccardo. Partire a giugno verso i Balcani permetterà di evitare le rigide temperature invernali di quella zona e di raggiungere l’Iran in autunno, quando il caldo estivo non raggiunge temperature tra le più alte al mondo. “Secondo i nostri piani arriveremo a Mumbai a Novembre, periodo che corrisponde alla fine delle piogge monsoniche in India. Percorreremo un lungo arco nel nord del paese e attraverseremo, tra le altre città, Agra, Jaipur e Varanasi”. Il caldo del tratto turco lungo la costa del Mar Nero prima di giungere in Iran, invece, metterà alla prova la conservazione dell’insulina.
Insulina sempre a temperatura e a portata di mano. Pianificare una strategia per la gestione e conservazione di medicinali e presidi non è stata semplice e ha richiesto il supporto dei medici diabetologi Paolo di Bartolo, Direttore UO di Diabetologia AUSL Provincia di Ravenna, e Tosca Suprani, Medico Responsabile degli ambulatori di Diabetologia Pediatrica AUSL di Cesena e Ravenna. La soluzione più sicura prevede una scorta di insulina in più rispetto a quella necessaria per il fabbisogno mensile, da conservare tra 2-8° C grazie all’uso di un box refrigerante fissato alla bici. In questo modo, la scorta di insulina potrà restare a 2-8°C per 3 giorni circa, per permettere a Chiara e Riccardo di raggiungere un freezer per ricongelare le siberine del box. Il compito di erogare l’insulina durante l’attività ciclistica sarà svolto da un microinfusore di nuova generazione e sensori per il monitoraggio costante della glicemia. Un buon compromesso tra ingombro e sicurezza, perché i sensori segnaleranno a Chiara i valori di glicemia in tempo reale e il suo andamento, sospendendo in automatico l’erogazione di insulina in caso di rischio ipoglicemico.
Per l’aspetto legato agli effetti dello sport sul diabete, Chiara e Riccardo hanno chiesto consulenza a Marco Peruffo, atleta diabetico che ha scalato vette da 8000 metri senza ossigeno.
Una volta rientrata, la coppia lavorerà sul materiale raccolto per dare vita a diverse produzioni che, manco a dirlo, saranno condite dalle capacità artistiche di Riccardo che ha alle spalle 7 anni di attività come fotografo professionista ed è autore di reportage in numerosi paesi tra cui Albania, Cambogia e Laos, pubblicati su Sette – Corriere della Sera – (Italy), Le Journal de la Photographie (France), Rhythms Monthly (Taiwan), UA Magazine (Canada).
Alessandra Gilardini
Fonte: Corriere di Bologna
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