Il rischio peggiore per i pazienti affetti da diabete mellito è la possibilità che la patologia possa degenerare nelle “complicanze”, spesso legate alla durata e al compenso metabolico.
Al fine di contrastare o ritardare l’insorgere di complicanze, il controllo dei valori della glicemia è fondamentale per evitare picchi di ipoglicemia e iperglicemia.
A questo scopo è fondamentale il monitoraggio continuo del compenso metabolico attraverso la valutazione dei valori dell’emoglobina glicata (che fornisce un’indicazione retrospettiva dell’andamento della glicemia nelle precedenti 6-8 settimane) e l’autocontrollo domiciliare della glicemia (che permette di individuare con precisione l’intensità e i momenti in cui si verificano gli scompensi metabolici permettendo così di perfezionare la terapia sulla base dei risultati).
Il diabete può determinare complicanze acute o croniche.
Nello sviluppo delle complicanze interagiscono vari fattori, alcuni non modificabili come quelli genetici, etnici o la durata della malattia, altri modificabili come fumo, ipertensione e obesità.
Il rischio di complicanze può essere fortemente ridotto prima di tutto mantenendo sotto stretto controllo la glicemia e la pressione arteriosa, e con una gestione aggressiva dei fattori di rischio cardiovascolari.
Il diabete può determinare complicanze acute o croniche.
Le complicanze acute sono più frequenti nel diabete tipo 1 e sono dovute alla carenza o assenza di insulina.
Nel diabete tipo 2, invece, sono più rare, ma sono molto frequenti le complicanze croniche che possono interessare diversi organi e tessuti come occhi, reni, cuore, vasi sanguigni e nervi periferici.