Di disfunzione erettile si può, anzi, si deve parlare (se non altro con il proprio diabetologo o medico di fiducia), certi di essere ascoltati, compresi e di poter contare su qualche possibile soluzione in più, diversa dagli unguenti e dalle pozioni di non troppo vecchia memoria.
Cos’è la disfunzione erettile
Il termine disfunzione erettile, che ha sostituito nel linguaggio medico quello un tempo usato di “impotenza”, definisce l’incapacità di ottenere e mantenere un’erezione soddisfacente per l’attività sessuale.
In altri termini, si può parlare di disfunzione erettile se un individuo presenta incapacità a sviluppare un’erezione sufficiente a consentire la penetrazione del membro in vagina. Ovviamente, tale disturbo, per assumere le caratteristiche di patologia, non deve limitarsi a una evenienza occasionale, peraltro possibile anche in soggetti sani sotto questo punto di vista.
La diagnosi
Come per la maggior parte delle patologie, anche per la disfunzione erettile vige la regola secondo la quale, conosciuta la causa, si può pensare al possibile rimedio.
Date le diverse possibili cause determinanti il danno funzionale, risulta chiaro come difficilmente si possa pensare che sia una sola di esse a determinare di volta in volta la disfunzione erettile. Risulta altresì importante poter individuare quale di esse sarà prevalente nell’individuo che stiamo studiando.
A tutt’oggi non è ancora disponibile un test diagnostico universalmente accettato che consenta di diagnosticare in maniera eziopatogenetica (cioè correlata alla causa) una disfunzione erettile riscontrata in un soggetto diabetico.
Il medico di fiducia consiglierà quali sono gli esami diagnostici da fare. Potrebbe anche essere suggerita la somministrazione di Sildenafil, che consente di distinguere, in caso di risposta positiva, la presenza di un danno prevalentemente vascolare e/o da alterata regolazione bioumorale (mediatori), piuttosto che la presenza di una compromissione neuropatica.
Diversi tipi di disfunzione erettile (D.E.)
– D.E. su base vascolare: rappresenta la causa più frequente (circa 40% dei casi). E’ conseguenza di una ostruzione dell’albero vascolare arterioso (arteria pudenda interna, peniena comune e cavernosa).
La causa più frequente è l’arteriosclerosi, i cui fattori di rischio sono rappresentati principalmente da ipertensione, dislipidemia, fumo e diabete.
Malformazioni, traumi o modificazioni degenerative del sistema di drenaggio venoso possono altresì rappresentare cause, seppur meno frequenti, di insufficienza erettile su base vascolare.
– D.E. neurogena: deriva dalla presenza di un danno a carico del sistema nervoso: cervello, midollo spinale o nervi periferici. Un esempio è fornito dalla resezione dei nervi pelvici, conseguente a interventi chirurgici alla prostata o al retto. Un altro esempio è la presenza di neuropatia diabetica.
– D.E. su base anatomica: i fattori anatomici sono solitamente secondari a traumatismi (per esempio: rottura dei corpi cavernosi) o a patologie degenerative (per esempio: fibrosi del pene, malattia di Peyronie).
– D.E. da deficit di neurotrasmettitori: può essere conseguenza di gravi deficit vitaminici, di alcolismo e del diabete.
– D.E. psicogena: per anni ritenuta il tipo più comune di disfunzione erettile, è stata gradualmente ridimensionata come frequenza. In molti casi, infatti, sono presenti altre cause concomitanti di natura organica; per esempio, la presenza di un eccesso di ormoni da stress, come le catecolamine.
I fattori psicologici si possono ricondurre ad ansietà da prestazione, perdita dell’autostima e incremento del livello di stress, prima o durante il rapporto.
Disfunzione erettile e diabete
La disfunzione erettile si verifica in almeno la metà degli uomini affetti da diabete. A sua volta, il 50% di questi soggetti presenta la patologia entro 10 anni dall’insorgenza del diabete e nel 12% rappresenta uno dei primi segni della patologia diabetica.
L’insufficienza erettile nel diabete può dipendere da diversi meccanismi, tutti correlati ai possibili danni causati dalla malattia diabetica ai diversi tessuti:
danno vascolare
– alle grosse arterie: danno macrovascolare legato all’età
– alle piccole arterie e arteriole: danno microvascoalre influenzato dalla durata del diabete e dal grado di controllo glicemico
danno neurologico
– demielinizzazione dei nervi periferici che regolano l’erezione. E’ presente in quasi tutti i soggetti che presentano altre manifestazioni di neuropatia diabetica.
– alterazioni della fase di rilassamento neurogeno (che presiede alla dilatazione dei corpi cavernosi) da carenza o alterata regolazione di svariati mediatori (quali prostaciline, endoteline e ossido nitrico). E’ legato alla durata del diabete
Va, inoltre, ricordato che uno scorretto stile di vita (fumo, alcoolismo, uso di sostanze stupefacenti) può rappresentare una potente concausa di disfunzione erettile nel soggetto diabetico.
Alcuni cenni di anatomia e fisiologia
L’apparato erettile del pene è composto da due organi vascolari spugnosi (i corpi cavernosi), strettamente collegati tra loro dal punto di vista circolatorio. Il loro riempimento con il sangue affluente dall’arteria pudenda interna ne determina l’erezione. Al di sotto di essi decorre una terza struttura: il corpo spongioso, che si accompagna all’uretra e si prolunga anteriormente a formare il glande. La cute del pene avvolge l’asta e si può muovere liberamente attorno all’organo eretto. Le radici dei corpi cavernosi si inseriscono sul perineo, dove si trovano anche due muscoli che entrano in gioco durante l’erezione (aumentando il turgore del pene per compressione sulle radici dei corpi cavernosi) e l’eiaculazione, l’emissione cioè di sperma.
Con l’erezione le pareti arteriolari e trabecolari dei corpi cavernosi si rilasciano, per l’effetto di sostanze stimolanti prodotte dall’organismo su stimolo del cervello. Il rilasciamento della muscolatura liscia dei corpi cavernosi durante la stimolazione sessuale è secondario al rilasciamento di ossido nitrico (NO) a livello locale. Di conseguenza, gli spazi cavernosi si dilatano, facendo aumentare le dimensioni dei corpi cavernosi fino a porre in tensione la fascia che li riveste (detta tunica albuginea): da ciò deriva l’allungamento del pene e il suo aumento di consistenza.
Ai fini della valutazione dell’erezione va tenuto presente che il corpo spongioso e il glande raggiungono un livello di pressione interna che va da un terzo alla metà di quella dei corpi cavernosi, determinando quindi il raggiungimento di una consistenza inferiore a quella di questi ultimi, in modo tale da non determinare l’occlusione dell’uretra (che sarebbe da ostacolo all’eiaculazione).
Il funzionamento del pene, oltre che essere regolato da bioumorali (neurotrasmettitori) è coordinato anche dal sistema nervoso midollare (che decorre all’interno del canale formato dalle vertebre):
– a livello lombare (all’altezza della prima e della seconda vertebra lombare) per la componente parasimpatica che gestisce l’erezione
– a livello sacrale (quindi un poco più in basso) per la componente ortosimpatica che gestisce l’emissione dello sperma e l’eiaculazione.
Come si può intuire, quindi, l’erezione è il prodotto di un meccanismo complesso e delicato, che risulta pertanto facilmente alterabile.
La mancata o incompleta erezione può, infatti, rappresentare l’espressione clinica di un problema complesso a carico della sfera psichica, del sistema nervoso centrale, del sistema nervoso periferico, della circolazione arteriosa a valle dell’arteria iliaca (che origina dall’aorta poco sotto al livello dell’ombelico).
Mario Comaschi (Diabetologo-Ospedale di Arenzano-Presidente AMD)