Prodotta in laboratorio, la molecola mima alle cellule un consumo di energia, come durante l’esercizio fisico, accelerando così l’assorbimento di glucosio. La nuova scoperta promette di contribuire al trattare l’obesità e il diabete di tipo 2.
La molecola, chiamata composto 14, crea un effetto a cascata su più molecole coinvolte nel metabolismo a partire dall’inibizione della funzione di un enzima cellulare chiamato ATIC. Successivamente, ATIC produce un’altra molecola di nome ZMP, che aumenta di quantità nelle cellule. L’aumento di ZPM attiva il sensore AMPK, che fa credere alle cellule di essere a corto di energia. A questo punto, le cellule aumentano l’assorbimento di glucosio e accelerano il metabolismo corporeo.
Ali Tavassoli e colleghi dell’Università di Southampton nel Regno Unito, che hanno sviluppato il composto 14, hanno testato la molecola su topi alimentati da diete diverse: una dieta normale e una dieta ricca di grassi che porta i topi all’obesità e alla intolleranza al glucosio, uno dei segni clinici di pre-diabete.
Nei topi alimentati con la dieta normale, l’assunzione del composto 14 non ha avuto effetti sia sui valori di glicemia sia sul peso corporeo. Al contrario, una singola dose di composto 14 nei topi obesi e nutriti con la dieta ad alta percentuale di grassi ha determinato un abbassamento dei valori alti di glicemia fino a valori quasi normali. Il trattamento con il composto 14 somministrato per sette giorni ha permesso ai topi obesi di migliorare la tolleranza al glucosio e a perdere il 5% circa del peso corporeo.
“Molti risultati da studi precedenti hanno mostrato che se si riesce ad attivare selettivamente AMPK con una piccola molecola si potrebbero ottenere benefici nel trattamento di diverse malattie, compreso il diabete di tipo 2, agendo come se ‘mimasse’ l’esercizio e aumentando l’uso del glucosio e dell’ossigeno da parte delle cellule”, sottolinea Tavassoli.
Lo studio, pubblicata su Chemistry Biology, è stato finanziato dal Dipartimento di Ingegneria e Scienze Fisiche Research Council (EPSRC), Cancer Research UK, Medical Research Council e Diabete Regno Unito.
Il passo successivo dei ricercatori sarà sviluppare ulteriormente la molecola per esaminare gli effetti di un impiego più a lungo termine e capire meglio l’azione sulla tolleranza al glucosio e sul peso corporeo. Una volta sicuro, potrebbe essere sviluppato un farmaco per aiutare le persone con diabete e obesità a gestire questi disturbi metabolici.
Alessandra Gilardini
Fonte: Chemestry Biology