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american_diabetes_association_2014_san_francisco_ada_2014_san_franciscoDal 13 al 14 giugno San Francisco è stata presa d’assalto dai diabetologi: oltre 14 mila medici e ricercatori da 117 Paesi hanno potuto seguire, nell’arco di cinque giorni, oltre 3 mila presentazioni del meeting dell’American Diabetes Association. Si tratta di una occasione importante per presentare le ultime novità sul diabete, ma anche condividere esperienze, ricerche, problemi e soluzioni. Marco Comaschi, past-president dell’Associazione medici diabetologi, ha fatto un riassunto di ciò che ne è uscito, a partire dai microinfusori intelligenti. Si tratta di strumenti sempre più sofisticati che vanno da quelli piccoli e maneggevoli fino a quelli che sostituiscono il pancreas vero con quello artificiale. Non solo strumenti, ma anche molecole nuove, sempre più mirate per rendere il diabete una patologia cronica con la quale convivere senza troppi intralci nella vita quotidiana.

Comaschi è entusiasta, come spiega ad Adnkronos: «La tecnologia nella cura del diabete di tipo 1 ha fatto grandi passi avanti. La ricerca sui microinfusori intelligenti, capaci di leggere la glicemia e dispensare insulina ad hoc, è molto avanzata: penso che in un quinquennio avremo i primi device. Dispositivi in grado di semplificare la vita dei malati di diabete di tipo 1». In pratica in futuro avremo a disposizione strumenti sempre più autonomi, che dipendono meno dall’azione del paziente. Oggi sono in grado di leggere la glicemia, ma poi è il malato a dover gestire la dose di insulina, ovviamente secondo quanto stabilito con il diabetologo.

Grazie a questi sistemi automatici il paziente sarà meno coinvolto nella terapia farmacologica e potrà dedicarsi di più a comprendere meglio la patologia e lo stile di vita migliore da adottare: il paziente diabetico non deve diventare passivo, ma agire attraverso alimentazione corretta e sport, quando possibile.

Non si è parlato solo di microinfusori, ma anche di possibilità di trapianto del pancreas e di studi e ricerche pionieristiche sulle proteine che possono difendere dal diabete e quindi prevenirlo, in futuro. Anche sul fronte farmaci le novità sono interessanti: molecole sempre più precise, con azione diretta sul pancreas ed effetti positivi sul peso, senza ipoglicemie. Tra tutte queste belle notizie non mancano le note dolenti: i costi. «Gli ultimi farmaci hanno un prezzo superiore rispetto ai vecchi, quindi sono stati fissati una serie di ‘paletti’ per la loro prescrizione. Il problema – aggiunge Comaschi – è che i sistemi sanitari dei Paesi occidentali sono inadeguati a trattare la malattie croniche: sono strutturati per la cura di quelle acute. Occorre modificare il sistema, orientandolo a un nuovo approccio alla cronicità. In questo senso va anche il Piano nazionale diabete varato l’anno scorso dall’Italia”.

Fonte: Adnkronos