Migliorano le performance delle cure diabetologiche in Italia, anche se permangono alcuni elementi di criticità legati alla gestione della patologia e delle complicanze correlate: è quanto emerge dagli ultimi Annali AMD, il report nazionale più completo sull’assistenza diabetologica nel nostro Paese realizzato ogni anno dall’Associazione Medici Diabetologi.
Il report, presentato lo scorso 23 maggio al Ministero della Salute, mette in luce un miglioramento generale della gestione della patologia, confermato da un aumentato numero di pazienti con emoglobina glicata a target (un terzo per il diabete di tipo 1 e oltre la metà per il diabete di tipo 2) e dall’impiego di farmaci efficienti nel contrastare le principali complicanze legate al diabete.
Allo stesso tempo, però, permangono alcuni storici punti deboli dell’assistenza diabetologica italiana, come la diagnosi spesso tardiva del piede diabetico e il persistere di stili di vita incompatibili con una gestione responsabile della malattia, come abitudine al fumo e obesità (che riguarda il 14% dei diabetici di tipo 1 e il 36% dei tipo 2).
Da quasi 20 anni, gli Annali AMD monitorano l’andamento e la qualità dell’assistenza erogata a oltre 600mila pazienti, seguiti in circa 300 centri di diabetologia italiani, confermandosi una delle più importanti banche dati “cliniche” sul diabete mellito al mondo. In particolare, nell’ultimo anno gli Annali hanno analizzato l’assistenza erogata a quasi 43mila persone con diabete di tipo 1 (con un’età media di 49 anni), 573mila pazienti con diabete di tipo 2 (con un’età media di 70 anni) e oltre 13mila donne con diabete in gravidanza, con un’età media di 34 anni.
Per quanto riguarda la gestione del diabete di tipo 1, gli Annali hanno evidenziato come la terapia farmacologica principale sia quella con insulina basale di seconda generazione (87.2%) e come quasi il 20% dei pazienti considerati utilizzi un microinfusore. La complicanza cronica più diffusa legata al diabete T1 risulta essere la retinopatia (23%), che colpisce la funzionalità dei vasi sanguigni del tessuto della retina dell’occhio.
Per quanto riguarda invece il diabete di tipo 2, che colpisce per il 59% uomini, il report evidenzia come il 68% dei pazienti sia trattato con farmaci anti-iperglicemizzanti, in particolare metformina (72%).
Relativamente al diabete gestazionale, infine, è emerso come i fattori di rischio principali siano un’età della donna superiore ai 35 anni (nel quasi 41% dei casi), obesità pregravidica (24%) e familiarità per il diabete di tipo 1 o 2 (12%). È risultato inoltre che solo il 52% delle donne ha effettuato la curva da carico orale di glucosio (il principale esame di screening per il diabete gestazionale) in accordo con le linee guida, ovvero tra la 24 e la 28 settimana di gestazione.
Gli Annali AMD, attraverso l’utilizzo di cartelle cliniche informatizzate, restituiscono quindi una fotografia aggiornata della gestione del diabete in Italia e risultano essere uno dei database più significativi a livello mondiale. Come sottolineato dalla stessa Associazione Medici Diabetologi, “Il database ottenuto è utilizzato per il calcolo degli indicatori di qualità della cura sia a livello centralizzato sia a livello locale. In questo modo viene promossa un’attività di benchmarking basata sul confronto della propria performance con quella registrata a livello nazionale (approccio best performers). Questa attività, perfettamente in linea con quanto raccomandato dal Piano Nazionale Diabete, ha prodotto negli anni un miglioramento sistematico di tutti gli indicatori considerati e si è rivelata cost-effective”.
Da non ultimo, il database degli Annali rappresenta anche una fonte preziosa di dati di ricerca osservazionale, che ha permesso di approfondire negli anni tanti aspetti chiave, come la cura del paziente anziano, la medicina di genere, gli aspetti cardiovascolari, renali ed epatici e l’appropriatezza di utilizzo dei farmaci.
Fonti
Annali AMD 2023: https://aemmedi.it/wp-content/uploads/2024/05/240514_Annali_AMD_A4_SINGOLE.pdf