Il profilo genetico di una persona può influenzare la sua capacità di tollerare il glucosio quando assume la melatonina, aumentando il rischio di diabete.
Ben il 50% della popolazione europea è portatrice di una variante del gene MTNR1B, che produce il recettore della melatonina. Studi precedenti hanno già associato questa variazione ad un aumento del rischio di sviluppare il diabete di tipo 2, ma non è mai stato studiato come e perché ciò avviene.
I ricercatori del Brigham and Women Hospital (BWH) e l’Università di Murcia, in Spagna, sono riusciti a tracciare l’effetto degli integratori di melatonina sul controllo della glicemia. I risultati, pubblicati su Metabolism, suggeriscono che l’assunzione di melatonina vicino ai pasti può mettere le persone con una variante genetica comune più a rischio.
Marta Garaulet e colleghi hanno studiato attentamente 17 soggetti sani, membri di una squadra di rugby femminile dell’Università di Murcia. Ciascuna partecipante ha assunto un integratore a base di melatonina o placebo alle 9 del mattino e alla stessa ora della sera, seguite da un a bevanda altamente concentrata di glucosio utilizzato già in clinica per il test di tolleranza al glucosio per via orale. Prima della bevanda e ogni 30 minuti dopo, per un totale di 2 ore, sono stati prelevati dei campioni di sangue per misurare la glicemia.
Dei 17 partecipanti, 11 sono risultati portatori della variante del gene MNTR1B, quindi a rischio diabete di tipo 2. Il team di ricercatori ha scoperto che gli effetti della melatonina sulla capacità di controllare la glicemia erano significativamente diversi tra i due gruppi al mattino. I portatori della variante del gene MTNR1B avevano un controllo della glicemia 6 volte peggiore rispetto ai soggetti non portatori della variante. Al contrario, gli esami del sangue fatti alla sera non mostravano differenze nel controllo della glicemia tra tutti i partecipanti allo studio.
“I nostri dati suggeriscono che quando i soggetti assumono la melatonina, la variante genetica di MTNR1B peggiora la tolleranza al glucosio nei portatori rispetto ai non portatori, anche in persone che non sono obese e non diabetiche”, ha detto Scheerconcludono gli autori. “Può, quindi, essere importante coonsiderare la genetica quando si parla di tempi del consumo di cibo e di somministrazione di melatonina.”
Alessandra Gilardini
Fonte: Metabolism