Cura personalizzata nel diabete diminuisce il rischio di complicanze

Pianificare obbiettivi personalizzati insieme al medico durante il trattamento abbassa il rischio di infarto e altre complicanze del diabete di tipo 2. Lo studio danese, condotto dal Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Università di Copenhagen, è durato 19 anni ed ha coinvolto 1381 pazienti con diabete di tipo 2 e 474 medici generici.

Nei primi 6 anni, i ricercatori hanno paragonato gli effetti  di una cura per il diabete di tipo 2 costruita a misura di paziente e di un trattamento standard. La cura personalizzata prevedeva un incontro ogni 3 mesi con il proprio medico, per individuare obbiettivi personali come il miglioramento del controllo della glicemia, del peso e della pressione sanguigna. Ai medici veniva chiesto di prestare attenzione al concetto di dieta, considerare l’effetto della perdita di peso sullo stato del paziente alla visita successiva, e scegliere di conseguenza quando e quale trattamento per il diabete iniziare. Nella cura standard, invece, il medico era libero di scegliere il tipo di trattamento da adottare e cambiarlo in qualsiasi momento. Una cura personalizzata, rispetto a quella standardizzata, è risultata in una diminuzione significativa dei livelli di glicemia a digiuno, emoglobina glicata, pressione sistolica e colesterolo.

Nei successivi 14 anni, in cui i pazienti sono stati trattati con farmaci simili, i ricercatori hanno osservato l’effetto a lungo termine dei due approccio sui fattori di rischio correlati al diabete. Le differenze sul tipo di complicanze tra i due gruppi si era stabilizzata, ma i pazienti con la cura personalizzata avevano mostrato una diminuzione del rischio di infarti (18%), e di altre complicanze correlate al diabete (15%). “E’ irrazionale trattare tutti allo stesso modo”, ha dichiarato Lars Hansen, autore principale dello studio. “Dobbiamo mettere in uno sforzo maggiore per alcuni pazienti che per altri, e i medici generici devono fissare obiettivi personalizzati in collaborazione con i pazienti relativi ai fattori di rischio come lo zucchero nel sangue, la pressione sanguigna, il livello di colesterolo e il peso.”

Il contributo Italiano alla terapia personalizzata nel diabete

Anche l’Italia ha dato un importante contributo al nuovo modello di “cura su misura” nel trattamento del diabete di tipo 2. Il modello, presentato due anni fa col nome di “algoritmo terapeutico”, si basa su caratteristiche personali del paziente, come  età, durata della malattia, fattori di rischio e complicanze per sviluppare diversi profili di malattia da sottoporre a schemi di cura personalizzati. In Italia è già stato sperimentato, validato e trasformato in un software disponibile per tutti i medici sul sito dell’Associazione Medici Diabetologi (AMD), visitabile all’indirizzo: https://www.aemmedi.it/algoritmi_it_2012/

Di recente, sulla base del modello italiano,  è stato messo a punto uno strumento analogo dalla IDF, International Diabetes Federation, l’organizzazione internazionale che raccoglie le società scientifiche e le associazioni di volontariato attive nella lotta al diabete.

Alessandra Gilardini

Fonti: British Medical JournalDiabetologiaDoctorNews (24/04/13)