Chi vive la notte più a rischio diabete e sindrome metabolica

Indipendentemente dallo stile di vita, chi vive di notte aumenta il rischio di diabete o di ridotta massa muscolare rispetto a chi vive di giorno.

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Lo studio, pubblicato su The Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism, è nato da un sondaggio che ha coinvolto circa 1.600 coreani adulti di età 47-59 anni. I partecipanti hanno risposto ad un questionario sulla loro predisposizione ad essere più attivi di giorno o di sera, chiedendo loro a che ora si alzano la mattina o vanno a coricarsi la sera. I ricercatori hanno poi suddiviso i partecipanti secondo il cronotipo, cioè la preferenza a svolgere determinate attività quotidiane rispetto al ciclo luce-buio esterno, e li hanno sottoposti al test per l’intolleranza al glucosio orale, alla misurazione del grasso corporeo e al test di diagnosi di obesità viscerale.

Il cronotipo mattutino e serale sono stati, infine, confrontati per l’incidenza di diabete, sindrome metabolica (associata ad un aumento del rischio di diabete e disturbi cardiovascolari), riduzione della massa muscolare (sarcopenia), eccessivo grasso addominale (obesità viscerale). Durante lo studio, le misurazioni hanno tenuto conto di età, sesso, indice di massa corporea (BMI), fumo, alcol, esercizio fisico, occupazione, durata del sonno e l’uso di farmaci antipertensivi, antidiabetici o dimagranti.

Il 29,6% dei partecipanti è risultato vivere di giorno, a differenza del 5,8% di chi vive di notte, mentre il 64,5% dei partecipanti non si è ritrovato in nessuno dei due cronotipi. Indipendentemente dalla durata del sonno e dallo stile di vita, chi vive di notte ha mostrato una probabilità di soffrire di diabete 1,73 volte superiore rispetto a chi vive di giorno. Chi vive di notte, inoltre, ha aumentato di 1,74 volte il rischio di sindrome metabolica e di 3,16 volte il rischio di sarcopenia rispetto a chi vive di giorno.

Oltre a concludere che chi vive di notte è più a rischio di diabete e disturbi metabolici rispetto a chi vive di giorno, i ricercatori hanno osservato differenze con il sesso e l’età: gli uomini sono più associati a diabete e sarcopenia, le donne a grasso addominale e sindrome metabolica, mentre i giovani ad alti livelli di trigliceridi nel sangue.

“Questi risultati supportano l’importanza dei ritmi circadiani nella regolazione del metabolismo”, concludono gli autori. “Considerando che molti giovani vivono di notte, il rischio metabolico associato alla loro preferenza circadiana è un problema di salute importante che deve essere affrontato.”

Alessandra Gilardini

Fonte: The Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism