Quasi il 25% dei diabetici soffre di depressione, con un’incidenza due volte maggiore nelle donne rispetto agli uomini. L’uso di anti-depressivi, tuttavia, seppure sia molto importante, non è risolutivo e le donne diabetiche ottengono maggiori benefici dalla terapia psicologica. A dirlo sono i ricercatori statunitensi della Loyola University che hanno condotto lo studio SWEEP, finanziato dal National Institute of Nursing Research, che hanno messo a confronto gli effetti dei due approcci terapeutici su un campione di donne affette da diabete di tipo 2.
L’assunzione di anti-depressivi può comportare il manifestarsi di effetti collaterali, tra cui il più frequente è un aumento di peso. Secondo quanto osservato dai ricercatori, questo aspetto unito all’assunzione di ulteriori farmaci, oltre a quelli per il diabete, si riflette in un’interferenza con la corretta gestione del diabete e può, in alcuni casi, addirittura esasperare lo stato depressivo. Nella maggior parte dei casi, infatti, la depressione può essere strettamente associata alla convivenza con la malattia cronica e un approccio terapeutico non farmacologico ma di supporto psicologico può offrire maggiori benefici nelle donne diabetiche. Lo studio SWEEP ha messo a confronto i benefici ottenuti da un approccio terapeutico, con antidepressivi, e dalla terapia cognitivo-comportamentale su due gruppi di donne diabetiche con diagnosi di depressione: dopo dei mesi di trattamento sono stati osservati maggiori miglioramenti nelle donne partecipanti al programma di supporto psicologico, mentre nell’80% delle donne trattate con antidepressivi permanevano stati d’ansia e depressione. Secondo gli esperti la terapia cognitivo-comportamentale, insegnando ai pazienti a riconoscere i primi sintomi di ansia e preoccupazioni, è molto utile nei soggetti che convivono con le malattie croniche e che, di conseguenza, possono avere maggiori difficoltà nel gestire la propria emotività.
Cinzia Pozzi
11 ottobre 2012 [FONTE: Annals of Behavioural Medicine]