Il pensiero del diabete e quella pericolosa voglia di cibo

Le preoccupazioni portano a mangiare di più e male. Nel diabete, che da molti pensieri, la scelta di un cibo cattivo compromette ulteriormente la malattia.

moodUn team di ricercatori dell’Università dell’Illinois a Chicago, Usa, e colleghi  hanno voluto cercare l’esistenza di una relazione tra i pensieri legati al diabete, la paura dell’ipoglicemia e abitudini alimentari nelle donne con diabete di tipo 1.  Allo studio, pubblicato su Acta Diabetologica, hanno partecipato 15 donne intorno ai 40 anni che ha risposto a sondaggi sulla preoccupazione di avere il diabete, sulla paura di incorrere nell’ipoglicemia e sul proprio stile di vita alimentare. Le risposte sono state messe a confronto con i livelli di emoglobina glicata, che indica la capacità di controllare la glicemia. Le donne più emotivamente colpite dalla loro condizione di diabete risultavano avere cattive abitudini alimentari, all’insegna dell’eccesso di cibo, e uno scarso controllo della glicemia.

Ma perché quando siamo colti da pensieri negativi o preoccupazioni tendiamo ad assumere cattive abitudini alimentari, magari preferendo cibi grassi ma gratificanti a quelli sani e meno gustosi? Meryl Gardner, un esperto di Psicologia del Consumatore dell’Università del Delawar ha provato a spiegare con un set di esperimenti perché le persone si rivolgono al “cibo che da conforto”, per intenderci quello gustoso e grasso di cui poi ci si pente, quando viene colta da pensieri negativi. Nel lavoro pubblicato su Journal of Consumer Psychology, Gardner ha anche osservato come lo spostamento dei pensieri dal presente verso il futuro, che è sempre pieno di desideri e buoni propositi, possa influenzare la scelta del cibo. Quando i partecipanti erano di malumore, dopo la lettura di una storia triste, erano molto più propensi a scegliere un cibo grasso ma gratificante rispetto a uno spuntino sano. Ma se Gardner spingeva i partecipanti a pensare al futuro, a immaginare a voce alta ciò che avrebbero voluto fare, la perdita di malumore portava ad una maggiore scelta di cibo sano.

“Quando si pensa al futuro , si sceglie una prospettiva più grande”, ha spiegato Gardner. “La gente pensa a ciò che è importante per loro, non solo ciò che è sulla punta della loro forchette”. Affrontare una dieta o uno stile di vita più sano rappresenta sempre delle rinunce, e anche per il dietologo è difficile scegliere l’approccio da suggerire al paziente perché possa rispettare la dieta. “Pensare al futuro potrebbe essere una direzione che un dietista potrebbe prendere in considerazione, ” conclude Gardner.

Alessandra Gilardini

Fonte: Acta Diabetologica, Journal of Consumer Psychology