Sette candeline per l’Associazione di Volontariato Piede Diabetico Umbria (AVPDU) dell’ospedale di Perugia. In un anno, questa realtà ha somministrato 7700 prestazione a persone con diabete. Per festeggiare il compleanno, sabato 18 giugno scorso si sono tenuti i festeggiamenti ai quali hanno partecipato le autorità cittadine e ospedaliere.
Tra gli ospiti era presente anche Fabrizio Ravanelli, ex giocatore di calcio di Perugia, Juventus e altri club. Il suo ruolo di testimonial dell’Associazione è importante, proprio perché ha lavorato una vita intera grazie alle sue prestazioni calcistiche, in cui i piedi hanno un ruolo fondamentale. Anche senza questa esigenza particolare, spesso dimentichiamo l’importanza di avere piedi sani e chi convive con il diabete deve prestare ancora più attenzione a questa parte del corpo e ai problemi che possono scaturire con una gestione scorretta della glicemia.
Nel corso della giornata sono state premiate persone legate al tema del piede diabetico che, in qualche modo, hanno saputo distinguersi per qualche contributo significativo. Si è ripercorsa la storia associativa e si è parlato delle sfide future. Lo scopo? Spingere sulle azioni di prevenzione e cura di questa complicanza. Il piede diabetico è dovuto a uno scarso controllo dell’iperglicemia, che causa danni ai nervi e alle arterie dei piedi, compromettendoli. La presenza in contemporanea di danni ai nervi e ai vasi può portare a infezioni che aggravano il quadro clinico. È fondamentale che chi convive con il diabete sappia dell’esistenza di questo problema e sappia anche come prevenirlo o – eventualmente – a chi rivolgersi per curarlo. Il corretto controllo della glicemia e gli stili di vita sani – senza fumo, con un’alimentazione controllata e attività fisica adeguata – sono azioni importanti per tenere lontano il piede diabetico.
L‘Associazione di Perugia ha circa 500 iscritti, ma è sostenuta da un numero ben maggiore di interessati: è nata proprio per creare una rete di solidarietà attorno a questa patologia che può limitare la qualità della vita.
Eleonora M. Viganò
Fonte: Iltamtam.it