Proteina GLP-1 e idratazione nei pazienti con diabete 2

 

Le persone con diabete di tipo 2 hanno un elevato rischio di disidratazione a causa degli alti livelli di glucosio e l’assunzione di alcune classi di farmaci per il diabete può aumentare ulteriormente questo rischio. Questi farmaci, infatti, imitano il comportamento del peptide glucagone 1 simile (GLP-1), una molecola appartenente alle incretine e che viene prodotta dalle cellule intestinali con diverse funzioni: aumenta il rilascio di insulina, inibisce il senso di fame e rallenta la produzione di glucosio endogeno. Numerose ricerche hanno già stabilito il ruolo di GLP-1 nel controllo dell’assunzione di cibo, ma senza chiarire se questa proteina assume un ruolo anche nell’assunzione di liquidi. Un nuovo studio pubblicato su Journal of Neuroscience aggiunge nuove informazioni sul ruolo di GLP-1 endogeno, cioè prodotto dal nostro organismo, nel controllo dell’idratazione.

Naomi J McKay e colleghi della State University of New York di Buffalo, negli Stati Uniti, hanno utilizzato due strategie, uno farmacologico e uno di valutazione genetica, per esaminare il ruolo di GLP-1 nell’idratazione nei ratti. Gli studiosi hanno prima somministrato nei ratti un antagonista di GLP-1, exedin-9 (Ex-9), in grado di legarsi al recettore di GLP-1 e di interferire con il segnale del peptide. La quantità di acqua assunta dai ratti veniva calcolata dal lickometer, uno strumento costituito da una porta elettrica collegata all’abbeveratoio. Ogni volta che la lingua del roditore toccava l’abbeveratoio, il circuito elettrico si completava e liberava dell’acqua che costituiva una “leccata”. Lo strumento contava, quindi, in numero di volte in cui la lingua attivava l’erogazione di acqua e li trasformava nel volume ( espresso in nanolitri, ossia milionesimo di millilitri) di acqua assunto dai roditori.  Nel secondo approccio, gli studiosi hanno misurato il cambiamento della quantità di GLP-1 libera nel sangue e dell’espressione genica di GLP-1 dopo l’assunzione di acqua, e sono stati confrontati gli effetti dell’idratazione con quelli dovuti all’assunzione di cibo.

I ratti a cui era stato dato Ex-9, rispetto a quelli a cui non veniva dato l’antagonista, assumevano più liquidi quando veniva loro iniettata acqua salata o veniva tolta parzialmente l’acqua.  L’analisi del comportamento dei ratti mostrava un aumento delle volte in cui i ratti andavano a bere, e non la quantità di acqua assunta ad ogni bevuta, suggerendo che il GLP-1 endogeno inibisce l’idratazione influenzando il senso di sazietà.  Gli esperimenti successivi hanno dimostrato che l’assunzione di acqua ha avuto un effetto selettivo sull’espressione genica di GLP-1 a livello centrale, a differenza dell’assunzione di cibo che influenzava l’espressione genica della proteina sia centrale che periferica e che avveniva con tempi differenti confermando il coinvolgimento di GLP-1 nell’idratazione.

Le implicazioni della ricerca per i pazienti con diabete di tipo 2 che assumono farmaci che coinvolgono il sistema delle incretine, come GLP-1, restano da determinare. “Chiaramente , ciò che abbiamo osservato non solo in questo lavoro, ma in altri due studi, è che queste sostanze riducono il comportamento alimentare”, concludono gli autori. “Ma alle persone non stiamo dicendo di non usare questi farmaci per trattare il diabete, e non stiamo dicendo che sono strumenti inefficaci per il trattamento del diabete. Tuttavia, per le popolazioni già a rischio di disidratazione è un aspetto a cui dovremmo dare maggiore attenzione.”

Alessandra Gilardini

Fonte: Journal of Neuroscience