E a scuola? Farmaci, assistenza e continuità terapeutica sotto esame

 

scuolaChi ha una malattia cronica fin dall’infanzia deve attraversare alcune fasi molto delicate. La diagnosi è mediata e gestita insieme ai genitori e alla famiglia e – se il bambino è molto piccolo o neonato – saranno proprio i genitori a dover superare per primi l’accettazione e la necessità di informarsi per agire in modo corretto dal punto di vista terapeutico. Quando poi il bambino cresce e dovrà affrontare la scuola, ecco che possono subentrare nuove criticità. La continuità terapeutica durante l’orario scolastico va garantita al bambino con diabete così come a chi ha l’asma, l’epilessia o altre patologie croniche. Le scuole, il personale e la dirigenza si trovano quindi spesso a dover aiutare i bambini, anche nelle emergenze. La giusta assistenza deve essere organizzata attraverso formazione e conoscenza del problema. Uno studio dell’Istat in collaborazione con il Miur ha analizzato le richieste di farmaci nelle scuole, le emergenze, le chiamate al 118, ricavando un quadro del panorama scolastico italiano (scuole primarie e secondarie di 1° grado private e statali).

Nel biennio 2013-2014 le richieste di farmaci nelle scuole italiane sono state 16.137. Dall’indagine emerge inoltre che le regioni che hanno fatto maggior richiesta di somministrazioni sono state Lombardia per le elementari (22,90%) e l’Emilia Romagna per la scuola superiore di I grado con il 24,60%. le percentuali più basse sono state registrate in Molise con il 2% di intervento alla primaria e in Calabria alle medie. Cosa significa fare richiesta di somministrazione? Vuol dire che le famiglie devono informare la scuola della malattia del figlio, fare domanda per il farmaco necessario con tanto di autorizzazione medica e di eventuale possibilità di autosomministrazione. Per questa richiesta vanno specificati alcuni dati del paziente: nome del farmaco, dosi, periodicità. A questo punto sarà la scuola che si prenderà in carico la richiesta e con l’Asl stabilirà un piano di intervento individuando le figure più adatte per intervenire. Nel 2014 le scuole che hanno avuto almeno una richiesta di somministrazione sono il 15,20% di quelle primarie (2053 istituti) e il 13,60% delle scuole medie.

La parte più difficile è sicuramente la fase di somministrazione. Se è vero che per alcune malattie, come il diabete, il bambino ha probabilmente imparato già a fare da solo, in alcuni casi deve intervenire personale esterno. Per la scuola primaria in 776 casi – pari al 18% – è un familiare stesso che si reca a scuola nel momento della somministrazione, mentre il personale scolastico interviene per più della metà dei casi: il 52,60%. La Asl, invece, ha provveduto a 281 somministrazioni, che corrispondono al 7% circa. Nelle scuole medie invece su 1691 somministrazioni sono state 799 le autosomministrazioni (47,30%), 211 quelle affidate a un familiare (12,505) e 613 quelle affidate al personale scolastico (36,30). La Asl è intervenuta 74 volte (4,40%).

Le alte percentuali di somministrazione praticata dal personale scolastico nelle scuole primarie fanno capire quanto sia importante la formazione affinché insegnanti e dirigenti sappiano precisamente cosa stiano facendo e come va fatto. L’emergenza invece merita un discorso a parte: si tratta infatti di casi in cui l’intervento non può essere pianificato né previsto e non ha alcun tipo di continuità. Anche qui è il personale scolastico a svolgere il ruolo principale e circa il 30% dei soggetti dell’indagine non era preparato per gestire l’emergenza. Ma quali sono le malattie che richiedono interventi in emergenza? Epilessia, asma e diabete sono sul podio, con chiamate al 118. L’epilessia raggiunge il 41,72% dei casi, quindi l’asma al 23,18% e il diabete con il 5,63% nelle scuole elementari. Stessa situazione alle medie con 34,49% di casi per epilessia, 26,90% per asma e 5,06 per diabete.

Da questo quadro emerge la necessità di sostenere la formazione del personale scolastico in merito alle patologie croniche come epilessia, asma e diabete sia per quanto riguarda la terapia quotidiana sia per le emergenze o per i comportamenti in ogni situazione in cui si viene a trovare il bambino o il ragazzo – dal gioco all’attività fisica fino alle gite o escursioni o all’alimentazione. Un team di insegnanti informato non solo permette al bambino di essere “al sicuro” e di imparare a gestire meglio e da solo la sua malattia, sapendo di avere comunque a disposizione un aiuto in caso di difficoltà, ma garantisce anche tranquillità alle famiglie.

Eleonora M. Viganò

Fonti: Quotidiano Sanità e Orizzonte Scuola