Smog: una delle possibili cause del diabete

 

Il diabete è l’ultimo bersaglio: dopo tumori, malattie respiratorie, stress e problemi cardiaci, lo smog sembra responsabile anche di questa patologia, così lontana da ciò che nell’immaginario collettivo può essere associato all’inquinamento. Eppure i ricercatori dell’Università di Aarhus e Copenhagen hanno trovato una correlazione

Lo scopo della loro ricerca era quello di analizzare lo stato di salute della popolazione danese al variare della qualità dell’aria da una zona all’altra. Durante la fase di confronto dei dati, gli scienziati hanno visto che l’aumento dello smog e della esposizione alle sostanze inquinanti era correlato a un aumento dei casi di diabete. “Che ci potesse essere una connessione tra inquinamento dell’aria e diabete è stata una sorpresa per noi – ha ammesso Ole Hertel, esperto di chimica atmosferica che ha guidato lo studio – Si tratta di un elemento nuovo nella ricerca sullo smog, a cui dovremo cercare di dare una spiegazione biologica. È un risultato inaspettato che dimostra quanto sia importante analizzare i dati in modo accurato in questo campo, senza tralasciare nessun dettaglio”.

La Danimarca inoltre non è un Paese famoso per il suo alto livello di smog, anzi, i valori delle Pm nelle città dello studio sono pari alla metà della quantità massima per legge: basti pensare che Milano e Torino faticano invece a stare al di sotto di quel limite. Per questo, in caso la correlazione venga confermata, diventa sempre più urgente una revisione delle politiche ambientali, con regole più severe e direttive nuove. Potrebbe ormai essere infatti chiaro e lampante che anche modesti livelli di inquinamento e smog hanno conseguenze non solo sul futuro del pianeta, che verrebbe lasciato in pessime condizioni ai nostri figli, ma anche sulla salute nostra e dei posteri.

Il motivo per cui questo studio non viene preso alla leggera è anche dovuto alla capacità e abilità dei ricercatori danesi di dedicarsi a ricerche legate alla salute ambientale. Sono primi in questo settore in tutta Europa: sono loro ad aver messo a punto il sistema di diffusione dell’inquinamento atmosferico (OSPM), utilizzato ormai in più di venti Paesi.

Come spiega Ortel, i registri della salute danesi sono molto diversi da quelli degli altri Paesi: “possiamo collegare gli indirizzi e i registri sanitari con le zone ad aria inquinata. In Danimarca abbiamo molti studi di coorte in cui le stesse persone vengono seguite nel corso di un lungo periodo di tempo. Qui possiamo collegare altri tipi di informazioni e quindi separare gli effetti relativi, ad esempio, allo stile di vita da quelli legati all’inquinamento atmosferico”.

Inoltre, prosegue lo studioso, “abbiamo precise informazioni sul traffico, sugli edifici e sulle infrastrutture e tutte queste informazioni vengono inserite nell’AirGis Model, uno strumento che utilizza mappe digitali e registri su strade ed edifici per offrire i giusti parametri sui quali misurare la qualità dell’aria a livello locale”.

Il diabete e gli effetti dello smog in Paesi “eco-friendly” potrebbero essere la scintilla per rendere concrete le strategie proposte a seguito di osservazioni e analisi ambientali, che ormai abbondano, ma che spesso non vengono ascoltate.

 Eleonora M. Viganò

Fonte: Eco delle città