Anno 21 – n.3
Ottobre-Dicembre 2004
EDUCAZIONE
UN’INIEZIONE CORRETTA PER UNA TERAPIA EFFICACE
Usate bene il vostro ago
Non bisogna dimenticare che gli aghi per sistemi a penna, così come le siringhe, sono mono-uso e non possono essere riadoperati una seconda volta. Hanno diversi diametri e lunghezze: per scegliere il formato giusto, fatevi consigliare dal vostro diabetologo
Anche le cose più comode e confortevoli, se impiegate nel modo sbagliato, possono diventare spiacevoli e dannose. Gli aghi per le penne da insulina sono un tipico esempio di questa banale verità. E’ un gran bel sollievo, oltre che un evidente progresso terapeutico, poter avere con sé un sistema di iniezione a penna quando si va in giro, per lavoro o con amici, e avere quindi la possibilità di assumere insulina dovunque, senza problemi, senza rischiare di trascurare la cura del proprio diabete. Ma se non si ha l’accortezza di cambiare sempre l’ago usato e si cade nell’errore di riutilizzarlo, perché questa può parere la soluzione “più svelta e più comoda”, ecco che si otterrà invece un’iniezione più dolorosa, meno calibrata e un ostacolo alla corretta applicazione della terapia.
Eppure, la tendenza a commettere questa leggerezza, assolutamente controproducente, è dura da combattere. Giova quindi ripetere ancora una volta la raccomandazione di usare gli aghi da penna una volta soltanto. Per capire meglio le ragioni di questa fondamentale regola, è utile comprendere come sono fatti e quali caratteristiche hanno gli aghi usati nei sistemi di iniezione a penna. Innanzitutto, occorre ricordare che sono sempre confezionati singolarmente, come garanzia di igiene e di protezione da eventuali danni.
Gli aghi da penna sono dotati di una doppia punta, per poter essere innestati da un lato sulla cartuccia contenente l’insulina, e dall’altro utilizzati per praticare l’iniezione, e sono muniti di un cono filettato che ne consente l’avvitamento sulla penna.
La punta rivolta verso la cartuccia è costruita in modo tale da evitare la rottura e il distacco di microframmenti del tappo (effetto anti-coring), che potrebbero causare sgraditi inconvenienti quali la occlusione dell’ago ovvero reazioni infiammatorie, qualora venissero iniettati.
La punta concepita per penetrare nei tessuti del corpo umano, invece, è (e deve essere) sempre adeguatamente lubrificata e ha una accurata affilatura, qualità essenziali per assicurare un’iniezione precisa e non dolorosa. Ma già dopo il primo uso queste caratteristiche perdono la loro ottimale condizione di partenza. Avviene così che il grado di lubrificazione non sia più sufficiente e che l’affilatura sia alterata da microripiegamenti della punta: basta questo, nel caso si riutilizzi l’ago già usato, per generare danni ai tessuti, causare dolore durante la somministrazione, aumentare le probabilità di lipodistrofie, ossia il formarsi di noduli adiposi che si frappongono al corretto assorbimento dell’insulina. E, naturalmente, per quanto scrupolosamente lo si voglia trattare, dopo il primo impiego l’ago non potrà più essere sterile. Tutte ottime ragioni per non dimenticare che l’ago non deve mai essere adoperato una seconda volta.
Un altro dato che molti non conoscono è che gli aghi non sono tutti uguali: hanno invece diverse lunghezze, differenti diametri. In particolare, possono essere lunghi 5, 6, 8, 12 millimetri e avere un diametro di 29, 30 ,31 gauge (è questa, non i millimetri, l’unità di misura adoperata per calcolare questa grandezza). La scelta dell’ago giusto va sempre fatta con l’aiuto del diabetologo, il quale saprà indicare a ciascun paziente quale sia il formato più adatto a seconda dei casi. In generale, la scelta della lunghezza dell’ago dipende dallo spessore sottocutaneo della zona del corpo dove si intende praticare l’iniezione (non ci si deve scordare che è opportuno non insistere sempre negli stessi punti). Vale la pena però di osservare che non è fondata l’idea che l’ago più corto comporti meno dolore: anzi, spesso i diabetologi tendono a consigliare la misura di otto millimetri come la più adatta sia per gli adulti, sia per i bambini. Per quanto riguarda il diametro, va notato che maggiore è il numero di gauge, minore è il diametro dell’ago e quindi la dolorabilità dell’iniezione. In linea di massima, sono preferibili gli aghi che, a parità di diametro esterno, presentino il lume (la parte interna) più ampio.
In conclusione, per una buona iniezione con la penna, sarà dunque opportuno: scegliere bene l’ago giusto, non usarlo mai due volte, portare sempre con sé una scorta e, fatta la somministrazione, togliere subito l’ago ed eliminarlo. Infine, riporre il proprio strumento nel suo comodo astuccio.