Il grasso bianco è tipico della vita sedentaria, un “buono a nulla”, che rallenta anche il nostro metabolismo. Il grasso bruno invece è un po’ più attivo, buono, utile. Lo sport e l’attività fisica possono agire anche sul grasso e non solo su muscoli e respirazione, trasformando gli adipociti pigri in “grasso buono” e migliorando così il metabolismo. Queste considerazioni sono state presentate al 73° Congresso dell’American Diabetes Association (Ada), tenutosi a Chicago fino al 25 giugno scorso, grazie a una serie di studi condotti sui topi e sulle persone e finanziati dall’Ada e dal National Institutes of Health. Si è visto infatti che facendo allenare i topi sulla ruota per circa 11 giorni e gli uomini sulla cyclette per 12 settimane, il loro tessuto adiposo bianco si è trasformato in tessuto bruno, modificando in generale il comportamento del grasso all’interno del corpo. “I nostri risultati dimostrano che l’esercizio non ha effetti positivi soltanto sui muscoli, ma anche sul grasso” ha spiegato Kristin Stanford del Joslin Diabetes Center di Boston. “Risulta evidente che quando il grasso si allena diventa bruno e metabolicamente più attivo”.
Per questo quindi fare attività fisica diventa ancora più importante per il paziente diabetico. Un effetto benefico che si estende a diversi settori: dal benessere psicologico dovuto al rilascio di endorfine, a quello fisico, sia attraverso una riduzione del grasso e un aumento della massa magra e muscolare sia grazie a una modifica nella qualità del grasso stesso. Il grasso addominale – quello “cattivo” – è responsabile di diabete e forme di insulino resistenza, mentre quello sottocutaneo, bersaglio dell’attività fisica, si adatta al movimento e scatena effetti metabolici positivi. “Abbiamo sempre saputo che l’esercizio fisico è importante – conferma Laurie Goodyear della Harvard Medical School – ma ciò che abbiamo dimostrato con questi studi è l’effetto positivo che svolge sul grasso”.
Di quale attività fisica stiamo parlando? Sembra che basti camminare 150 minuti a settimana per prevenire l’insorgenza del diabete. Questo è il risultato di due ricerche italiane condotte all’Università di Perugia e di Roma. Una attività fisica leggere basterebbe quindi a prevenire il diabete, e nei pazienti con diabete di tipo 2 si ha da subito un miglioramento del controllo della glicemia e un abbassamento del rischio di andare incontro a malattie cardiovascolari. Quindi via libera a corsa, bicicletta, ma anche alla camminata a passo veloce, che possono ridurre il peso, diminuire la massa grassa, migliorare il nostro cuore e dare una spinta al nostro metabolismo. Un’altra tipologia di esercizi è quella di resistenza, come sollevamento pesi: in questo caso rafforziamo la muscolatura, aumentando il metabolismo basale e quindi riducendo la glicemia.
E se possiamo permetterci solo una blanda attività fisica? Spesso in questo caso non si ottengono grandissimi cambiamenti in termini di dimagrimento, se non in tempi lunghi e associandola a un controllo sull’alimentazione, ma possiamo comunque ritenerci soddisfatti dei cambiamenti nella qualità del grasso: un aumento del grasso bruno a sfavore di quello bianco è comunque segno di un miglioramento della composizione corporea, con una maggior sensibilità all’insulina.
Eleonora Maria Viganò
Fonte: La Repubblica