C-PEPTIDE
Prodotto intermedio nella sintesi dell’insulina. Ricercare il livello di C-Peptide nel sangue significa ottenere una valutazione della quantità di insulina prodotta dal pancreas.
CAMPI ESTIVI
Detti anche ‘Campi di addestramento’. Sono soggiorni, generalmente per bambini o giovani diabetici, che, sotto la guida di diabetologi e personale specializzato, consentono ai nuovi diagnosticati di conoscere ed imparare a gestire la malattia diabetica.
CANCRENA
Morte dei tessuti, causata da insufficiente apporto di sangue, spesso aggravata da infezioni batteriche.
CAPILLARI
Piccoli vasi sanguigni che consentono di effettuare scambi di nutrienti, gas respiratori e scorie tra sangue e tessuti. Il diabete mal controllato può determinare deterioramento dei capillari e conseguenti danni d’organo.
CARBOIDRATI
Classe di alimenti, che, assieme a lipidi (grassi) e proteine, fornisce energia all’organismo.
I carboidrati assunti tramite alimentazione sono gli zuccheri (carboidrati semplici) e gli amidi (carboidrati complessi): l’organismo li trasforma principalmente in glucosio che è la molecola implicata nella maggior parte dei processi energetici.
CELLULE ALFA
Tipo di cellule presenti nel pancreas, in zone chiamate isole di Langerhans, la cui funzione primaria è di produrre e rilasciare l’ormone glucagone.
CELLULE BETA
Tipo di cellule presenti nel pancreas, in zone chiamate isole di Langerhans, la cui funzione primaria è di produrre e rilasciare l’ormone insulina.
CELLULE DELTA
Tipo di cellule presenti nel pancreas, in zone chiamate isole di Langerhans, la cui funzione primaria è di produrre e rilasciare l’ormone somatostatina.
CHETOACIDOSI
Grave situazione clinica che si verifica quando in mancanza di insulina, l’organismo comincia ad utilizzare massivamente gli acidi grassi per ottenere energia.
La degradazione degli acidi grassi causa un accumulo di prodotti di scarto, detti corpi chetonici, che, se presenti in concentrazione molto elevata, determinano una serie di effetti che portano allo stato di ‘coma chetoacidosico’.
La chetoacidosi è un emergenza clinica tipica del diabetico di tipo 1.
CHETONURIA
Presenza di corpi chetonici nelle urine.
COMA CHETOACIDOSICO
Stato di coma, causato dall’accumulo massivo di corpi chetonici nel sangue.
Il coma chetoacidosico è un emergenza clinica tipica del diabetico di tipo 1.
COMA IPEROSMOLARE
Stato di coma causato da una iperglicemia incontrollata che determina un grave aumento dell’osmolarità del sangue (sangue denso) e una marcata disidratazione.
Il coma iperosmolare è un’emergenza clinica tipica del diabetico di tipo 2.
COMA IPOGLICEMICO
Stato di coma causato dalla mancanza di un sufficiente livello di glucosio nel sangue che consenta all’organismo di fornire energia al cervello. Il mantenimento della glicemia al di sopra di un valore soglia è un processo indispensabile per una normale attività cerebrale.
Il coma ipoglicemico si può verificare sia nei diabetici di tipo 1 che nei diabetici di tipo 2, ed è generalmente causato da un inappropriato regime terapeutico a fronte di un limitato o ritardato introito energetico o di una consistente attività fisica.
COMA
Stato di incoscienza, simile a sonno profondo, che può essere causato sia da iper che da ipoglicemia.
COMPLICANZE
La vera spada di Damocle del diabetico sta nel rischio che la sua patologia possa degenerare nelle “complicanze”, spesso legate alla durata e al compenso metabolico. Gli organi bersaglio sono l’occhio, il rene, il sistema nervoso e ilsistema cardiovascolare.
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CONTROLLO METABOLICO
Si parla di buon controllo metabolico quando la glicemia viene mantenuta tra 80 mg/dL e 140 mg/dL durante tutto l’arco della giornata.
CORPI CHETONICI
Prodotti di scarto della demolizione degli acidi grassi.
Quando non c’è insulina o l’insulina non è sufficiente per bruciare il glucosio necessario, l’organismo deve bruciare i grassi per ottenere l’energia necessaria.
I chetoni si accumulano prima nel sangue e poi vengono eliminati con le urine.
Tra i corpi chetonici riveste particolare importanza la presenza di acetone, responsabile del cosiddetto ‘alito acetonico’
Contribuiscono a rendere acido il sangue, e se raggiungono concentrazioni elevate possono portare al cosiddetto ‘coma chetoacidosico’.
CURA DEL PIEDE
L’afflusso di sangue ridotto e la scarsa sensibilità determinate dalle complicanze vascolari del diabete, possono causare gravi danni alle estremità, soprattutto al piede.
Il diabetico deve prestare particolare attenzione alla cura dei piedi, cercando di evitare la formazione di vesciche, lesioni, infezioni.
Dopo il pediluvio bisogna ispezionare attentamente il piede per ravvisare eventuali ferite o unghie incarnite. E’ consigliato l’uso di calze di lana o cotone, di scarpe comode, possibilmente di cuoio.
Ai primi segnali di lesione cutanea è importante farsi visitare dal diabetologo.