Colazione? Saltarla in adolescenza favorisce il diabete

 

Tra i “comandamenti” per evitare effetti negativi sul metabolismo uno è dedicato alla colazione. Sono molte le persone che al mattino non riescono a mangiare, o che considerano la colazione un pasto paragonabile alla merenda: eppure si tratta di un errore ormai assodato e l’importanza di questo pasto viene ripetuta sempre tra le regole della  buona e corretta alimentazione. Mai saltare la colazione, quindi, regola tanto più valida quanto più si è giovani.

Tra gli adolescenti, molti al mattino si nutrono velocemente con una brioche o uno snack, bevono qualcosa al volo e corrono a scuola. Si è visto, grazie a una ricerca durata 27 anni su 900 partecipanti sani condotta dal Dipartimento di medicina clinica e salute pubblica della Umea University, in Svezia e pubblicata  su Public Health Nutrition, che chi salta la colazione da giovane avrà maggiori probabilità di sviluppare i sintomi della sindrome metabolica.

Si tratta in particolare di avere un rischio maggiore di andare incontro all’obesità o al sovrappeso, oppure di incappare nell’insulino-resistenza e quindi nel diabete alimentare una volta adulti. Gli esperti hanno analizzato lo stato di salute e le abitudini di quasi 900 soggetti sani di Lulea (città svedese) a 16 e 43 anni, scoprendo che chi da ragazzino trascurava il pasto del mattino si è ritrovato da adulto con il 68% in più di rischio di soffrire di quei sintomi.

La colazione è quindi un pasto a tutti gli effetti e non farlo comporta dei rischi: indipendentemente da stile di vita e indice di massa corporea, saltare la colazione in adolescenza è correlato a un aumento di peso da adulti e a un elevato livello di glucosio nel sangue. Ricordiamo che la sindrome metabolica non è una patologia univoca, ma comprende una serie di caratteristiche negative che possono poi sfociare in problemi cardiovascolari o malattie come il diabete. Tra questi fattori di rischio ricordiamo l’aumento di peso fino all’obesità, soprattutto nella zona addominale, l’insorgenza dell’insulino-resistenza, la pressione e glicemia alta, e basso colesterolo buono.

Delle persone seguite e analizzate per 27 anni si è visto che il 27% di loro aveva sviluppato i sintomi della sindrome. «Può essere che mangiare bene a colazione aiuti a mantenere una dieta sana per il resto della giornata» ha concluso l’autore principale dello studio, Maria Wennberg.

Quello che manca è semplicemente l’abitudine di considerare la colazione come un pasto importante, da consumare con la dovuta calma e con ricchezza di scelta, che non si esaurisca a biscotti, tè e poco altro. In Italia soprattutto diamo molta più importanza alla cena, perché la famiglia riesce a riunirsi più facilmente senza gli impegni lavorativi. Dai nutrizionisti inoltre non arrivano regole ben chiare su quali siano i cibi migliori da consumare la mattina, quando appunto molte persone non se la sentono di mangiare, e come introdurre a piccoli passi questo “rito”. Per molti l’assunzione di cibi salati favorirebbe la sazietà nel corso della giornata, mentre per altri il dolce è meglio consumarlo al mattino, facendo il pieno di zuccheri di cui necessitiamo per funzionare bene.

Dalle conseguenze emerse con questa e altre ricerche sembra proprio che cambiare abitudini ne valga la pena, per mantenere uno stato di salute sano e una buona qualità di vita. Tutto questo partendo dal risveglio, dalla colazione econtinuando durante la giornata con una alimentazione corretta, attività fisica costante, interessi da coltivare per nutrire corpo e mente.

 Eleonora M. Viganò

Fonte: Corriere della Sera