“D” come vitamina D e Diabete

 

La vitamina D è importante per la formazione e la salute delle ossa e per un corretto funzionamento del nostro sistema immunitario. Il corpo assume vitamina D per l’80% dalla esposizione al sole, mentre il restante 20% arriva da una dieta ricca di pesce (salmone e aringhe), latte e derivati, uova, fegato, verdure verdi e olio di fegato di merluzzo. Riusciamo ad assumere abbastanza vitamina D? Secondo i più recenti studi condotti sulla popolazione italiana, sembrerebbe di no: i livelli di vitamina D nei soggetti giovani e sani risultano carenti (35%) o insufficienti (65%), mentre l’86% delle donne sopra i 70 anni ha una vera e propria carenza di vitamina D.

Uno dei principali disturbi da sempre legato alla carenza di vitamina D è l’osteoporosi, ma oggi la ricerca scientifica sta indagando il possibile ruolo della vitamina D nel diabete. Da studio australiano su più di 5000 soggetti sani è, infatti, emerso che un aumento dei livelli di vitamina D riduce il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 del 29%. Nel caso dei pazienti con diagnosi di diabete 1, invece, il trattamento con vitamina D sembrerebbe rallentare la perdita delle cellule del pancreas a causa della risposta autoimmune dell’organismo.

Negli USA sta per partire una sperimentazione clinica a livello nazionale per esaminare in concreto se la vitamina D abbia un effetto sulla prevenzione del diabete di tipo 2. Lo studio “Vitamina D e diabete 2”(D2d) è condotto da Anastassios G. Pittas, endocrinologo e Co- Direttore del Centro Diabete presso la Tufts Medical Center di Boston, in Massachusetts, e finanziato per 5 anni dal National Institutes of Health ( NIH).

Lo studio D2d prevede il reclutamento di circa 2500 persone ad alto rischio di diabete in 20 centri medici situati il 17 stati del paese. I partecipanti riceveranno  integratori a base di vitamina D o placebo, e saranno monitorati due volte l’anno per 4 anni per verificare una possibile insorgenza di diabete. “Il mantenimento di una dieta sana e rimanere fisicamente attivo è il modo migliore per ridurre il rischio di diabete di tipo 2 “, ha commentato Pittas. “Tuttavia , per raggiungere e mantenere i cambiamenti di stile di vita necessarie a lungo termine è una sfida per molte persone . Pertanto, è fondamentale trovare nuove misure preventive che sono sicuri , efficaci, accessibili e di facile applicazione per prevenire futuri casi di diabete di tipo 2”. “Al termine dello studio, il nostro obiettivo è quello di avere prove inconfutabili sul fatto vitamina D riduca il rischio di diabete”, aggiunge la Project Manager Patricia Sheehan”. Il primo passo per raggiungere questo obiettivo è incoraggiare le persone ad alto rischio di diabete di partecipare a questo importante studio clinico.”

I risultati dello studio D2d sono attesi per l’anno 2018. Nel frattempo, “stay updated”.

Alessandra Gilardini

Fonte: Medical News Today ; Il Giornale di Brescia