Il diabete che fa sport

 

La terapia passa anche dallo sport: cosa c’è di meglio che promuovere l’attività fisica se si ha il diabete? Per questo nel 2012 è nata la Sweet Team Fvg (Friuli Venezia Giulia) con lo slogan “il diabete corre per la ricerca”, che porta avanti diverse attività nel settore sportivo. I suoi componenti? Pazienti diabetici. A partire dal coordinatore Ubaldo La Monica, diabetico di tipo 1. Le attività erano da sempre incentrate sulla corsa, quest’anno si sono estese anche alla bicicletta.

Perché lo sport fa così tanta paura a chi ha il diabete? Per prima cosa perché non ci si sente sicuri, in grado di affrontare lo sforzo fisico e incapaci di  gestire l’alimentazione da un lato e l’iniezione dell’insulina dall’altro, come spiega La Monica: “per un paziente diabetico insulino-dipendente, correre 21 km vuol dire imparare a gestire in modo adeguato la sua terapia e i carboidrati necessari a prevenire una caduta dei valori glicemici, evenienza pericolosa, ma molto probabile per una performance fisica di questo livello”. Tuttavia, nonostante queste difficoltà, è proprio lo sport a rendere paradossalmente più facile la vita del paziente diabetico, che sia di tipo 1 o 2: conoscere il proprio corpo, i propri limiti, avere un fisico in perfetta forma ed evitare obesità e sovrappeso sono fondamentali per gestire anche la patologia e la terapia.

Tutto questo non va però lasciato al caso o all’improvvisazione. Chi corre seriamente, per esempio la mezza maratona, lo fa seguito dal diabetologo e da medici che possono aiutarlo a capire come sta andando la glicemia, prima, dopo e durante la corsa, in modo da non avere sbalzi glicemici pericolosi.

L’alimentazione corretta e la pratica sportiva non devono essere solo consigliati al paziente diabetico, ma a tutti. Nel caso della malattia tuttavia, il suggerimento diventa ancora più importante e d’obbligo. Commenta La Monica: “Penso che tutti dovrebbero praticare qualsiasi tipo di sport in sicurezza e avere un’alimentazione corretta, in particolare un diabetico. A Trieste ci sarà anche Stefano Guerriero, podista amatoriale che ha scoperto di avere il diabete di tipo 2 a inizio anno. Tra gli effetti benefici dello sport, il primo è il miglioramento dell’andamento glicemico, oltre quelli a carico dell’apparato cardiorespiratorio. La persona con diabete, però, soprattutto se pratica terapia insulinica, necessita di addestramento, ottima conoscenza di sé e del confronto con i diabetologici”.

Non lasciatevi spaventare dalla glicemia: il paziente diabetico la deve conoscere benissimo, deve conoscere il suo fisico e il suo andamento e agire di conseguenza, sempre accompagnato dal diabetologo. Avvicinarsi a un gruppo come Sweet Team Fvg permette anche ai più timorosi di affrontare la paura dell’attività fisica, e non solo: “il progetto vuole anche favorire la possibilità di ottenere dei risultati senza rischi per la propria salute. Il nostro atleta, Luca Colussi, ha conquistato il tricolore al Campionato Italiano Diabetici di mezza maratona di Oristano”, commenta La Monica. Il progetto “Sweet Team Fvg: uniti nello sport con il diabete” è supportato dalle Diabetologie di tutte le province del Friuli Venezia Giulia che ne garantiscono la diffusione e sostegno.

 Eleonora M. Viganò

La Gazzetta dello Sport