Portatile e poco costoso, oltre a essere facile da utilizzare: si tratta del nuovo dispositivo per la diagnosi di diabete di tipo 1 messo a punto dai ricercatori della School of Medicine della Stanford University. Questo strumento, basato su un microchip, non solo diagnostica con più facilità la malattia, alla quale a volte si giunge a causa di una complicanza e un ricovero d’urgenza, ma può servire a tutti i ricercatori del mondo per comprendere meglio alcune caratteristiche del diabete. Questo microchip, che sta in una mano, sfrutta conoscenze nanotech per ottemperare al suo compito all’interno dell’ambito ospedaliero.
Il test discrimina infatti tra le due tipologie di diabete rilevando gli anticorpi prodotti dal sistema immunitario in caso di diabete di tipo 1, che sono invece assenti in quello 2. Per farlo sfrutta un metodo basato sulla fluorescenza che gli autori di questo studio hanno migliorato ricoprendo il vetrino che forma la base del microchip con nanoparticelle d’oro, utili per potenziare il segnale fluorescente. Ogni microchip, dal costo di 20 dollari, può essere utilizzato più di 15 volte.
Si tratta quindi di uno strumento in grado di distinguere tra le due forme principali di diabete mellito, caratterizzate entrambe da alti livelli di zucchero nel sangue, ma che si differenziano per cause e trattamenti. A oggi, la diagnosi richiede pazienza, dispendio economico e l’assistenza di strutture sanitarie adeguate. Con questo test, quando e se sarà approvato dalla FDA, non solo il diabete verrà diagnosticato rapidamente e in modo più efficiente, ma si comprenderà meglio come le nuove terapie agiscono e influenzano la biochimica, come ha dichiarato Brian Feldman, assistente professore di endocrinologia pediatrica.
La necessità di migliorie al sistema diagnostico arriva anche da una sorta di inversione del paradigma: un tempo la diagnosi di diabete di tipo 1 riguardava i bambini, mentre quella di tipo 2 i pazienti più anziani e in forte sovrappeso, se non obesi. La diagnosi precoce permetteva di migliorare la gestione della patologia del diabete di tipo 1, evitando complicanze. Se sui benefici della tempestività non è cambiato nulla, purtroppo si sono visti casi di diabete di tipo 2 nei bambini nonché sempre più adulti recentemente diagnosticati come diabete di tipo 1. Per questa impossibilità di classificare il diabete in base a età e peso, e a causa dei lunghi e costosi test diagnostici che richiedono radioattività per scovare gli anticorpi, questo microchip potrebbe essere la soluzione che si aspettava.
Eleonora M. Viganò
Fonte: Stanford Medicine