Il Piano Nazionale per il Diabete è uno strumento utile per mettere a punto gli obiettivi a livello sanitario in modo che lo Stato possa tutelare il paziente diabetico. In queste modo esistono linee guida omogenee per tutto il Paese per prevenire il diabete e curarlo nel modo opportuno. In questo sentiero si collocano diverse iniziative regionali. Un esempio lo troviamo in Calabria dove le associazioni legate dalla medesima finalità si sono riunite in una Federazione Diabete.
Le attività su base volontaria – che permettono di creare rete tra i malati, medici e operatori della salute – sono infatti uno dei temi di queste linee guida indicate dal governo. L’unione e la creazione di realtà associative e Federazioni, come in questo caso, aiuta infatti la comunità regionale a stilare misure preventive più efficaci perché mirate a coloro che fanno parte dell’associazione e soprattutto perché sono territoriali. Ma non basta: diagnosi precoce e gestione della comparsa della patologia e del suo iter terapeutico sono elementi importantissimi da affrontare con aiuti concreti, come l’unione di persone che hanno affrontato gli stessi problemi e che cercano di migliorare il sistema sanitario del luogo.
La Calabria detiene purtroppo il triste record nazionale: qui troviamo la maggior parte di persone con diabete di tipo 2 (circa il 10%), ed è seconda per il numero di persone con diabete di tipo 1.
“L’ente regionale, già sottoposto a un Piano di rientro per l’eccessivo deficit dei budget sanitari” – si legge nel comunicato – “ma tra i primi ad aver recepito il Piano Nazionale Diabete, potrà essere così supportato da una solida base associativa, chiamata a svolgere un ruolo preponderante nel processo di applicazione delle linee guida”.
La Federazione ha un suo logo, mentre la sede legale è già stata scelta presso il Centro Servizi al Volontariato della provincia di Catanzaro.
Eleonora M. Viganò
Fonte: Strilli.it