L’Associazione Diabete Italia ha le idee ben chiare sui propri obiettivi futuri espressi con efficacia e determinazione da Salvatore Caputo, nuovo presidente dell’associazione a partire dall’8 maggio, nonché dirigente di diabetologia del Policlinico Gemelli di Roma. Le principali linee programmatiche infatti si concentrano su alcuni principi cardine: in primo luogo la risoluzione delle differenze nell’accesso alle cure presenti tra le varie Regioni del nostro bel Paese e quindi la difesa dei diritti dei pazienti diabetici in ambito lavorativo. Collegati a queste due ampie tematiche principali troviamo la necessità di razionalizzare la spesa sanitaria, in modo da evitare i tagli di cui potrebbe risentire la qualità di vita del paziente diabetico e l’esigenza di un coordinamento regionale per le associazioni di volontariato che agiscono territorialmente.
«Per il diabete in Italia ci si trova all’anno zero,» afferma Caputo, «da un lato c’è un taglio generalizzato e ingiustificato delle prestazioni che non potrà non ripercuotersi sul sistema e sui pazienti, d’altro si è appena riusciti a far approvare il Piano nazionale sulla malattia diabete da tradursi quindi in periferia in atti concreti. In quest’ottica la Giornata mondiale del diabete, prevista per novembre, punterà soprattutto a denunciare localmente i casi di mancato recepimento del Piano».
Il problema delle differenze regionali e del dissidio tra controllo centrale e applicazione demandata alle singole Regioni restano i nodi critici da risolvere nei prossimi anni, come lo stesso Caputo afferma: «Succede così che, per l’automonitoraggio nei casi di diabete di tipo 1, in Sicilia si ha diritto a 25 strisce al mese, contro le 150 previste correttamente in Lazio». Esistono quindi regioni virtuose, di serie A, per la tutela del paziente diabetico, come Toscana, Piemonte, Veneto e Basilicata, e Regioni meno pronte a rispondere alle esigenze sanitarie dei propri pazienti.
Non ultimo per importanza troviamo infine il problema dell’esenzione, non richiesta da 1 paziente su 4 forse per il timore – da debellare – di subire discriminazioni in ambito lavorativo. “Per questo, afferma Caputo, “vogliamo stilare un documento semplice e unitario che riassuma quanto la medicina del lavoro ha da tempo riconosciuto alle persone con diabete».
Per discutere queste tematiche attuali e imprescindibili non c’è migliore occasione se non la III Conferenza Nazionale della Associazioni di Volontariato, prevista per sabato 11 e domenica 12 maggio 2013 a Bologna, presso l’Hotel Sheraton. Tra i vari interventi vi sarà ampio spazio proprio per parlare di coordinamento regionale, Servizio Sanitario, accesso alle cure, e infine della Giornata Mondiale prevista per novembre e del ruolo attivo delle associazioni di volontariato.
Eleonora M. Viganò
10 maggio 2013
Fonte: Diabetologia33, 8 maggio 2013
link: Programma III Conferenza Nazionale delle Associazioni di Volontariato