L’Epo sfida la neuropatia

Anno 21 – n.2

Aprile-Giugno 2004

ISTITUTO MARIO NEGRI

L’Epo sfida la neuropatia
Di eritropoietina (detta anche Epo) si è sentito parlare spesso negli ultimi anni, anche nei telegiornali e sulla stampa non specializzata, a proposito di doping: risulta infatti che ne sia stato fatto pericoloso e illecito uso da parte di diversi atleti di vari sport e a vari livelli. In realtà, si tratta di una molecola utile in campo farmaceutico, in quanto indicata per combattere l’anemia, data la sua capacità di aumentare il numero di globuli rossi nel sangue. Da un recente studio condotto da ricercatori dell’autorevole Istituto Farmacologico Mario Negri insieme con l’Università di Milano Bicocca, l’Istituto neurologico Besta, l’Università di Brescia e lo statunitense Kenneth S. Warren Institute, si profila la possibilità di un suo impiego per la formulazione di nuovi farmaci contro la neuropatia diabetica.
Occorre precisare che lo studio non è stato ancora condotto sull’uomo. Però, la prospettiva auspicata sarebbe quella di valorizzare e sfruttare le proprietà neuroprotettive riscontrate nella molecola: l’eritropoietina potrebbe pertanto essere impiegata per prevenire la neuropatia diabetica (che si sviluppa nel 50% delle persone diabetiche da oltre quindici anni) o per attenuarne i sintomi (migliorando velocità della conduzione nervosa, funzionalità del nervo sciatico, sensibilità termica, innervazione cutanea). La linea di ricerca, sulla quale l’Istituto Mario Negri è al lavoro, punta dunque a disegnare farmaci che non aumentino la quantità di globuli rossi ma mantengano le funzioni neuroprotettive dell’Epo.