Mangiare troppo trasforma il grasso “buono” in “cattivo”

 

L’eccesso di calorie non solo aumenta il grasso bianco, o cattivo, ma “sbianca” le cellule di grasso bruno, quello buono che brucia energia per dare calore.

C’è grasso buono e grasso cattivo. Il grasso buono, o bruno, è abbondante nei neonati e scarso nell’adulto. Le cellule del grasso buono accumulano gli acidi grassi in piccole goccioline per poi trasformarli in calore, grazie alla presenza di  numerosi vasi sanguigni e di mitocondri, le strutture cellulari che usano l’ossigeno del sangue per bruciare i grassi e che causano il colore bruno al microscopio. Il grasso cattivo, o bianco, aumenta con l’età ed è abbondante nelle persone che soffrono di obesità. Nelle cellule del grasso cattivo gli acidi grassi non vengono bruciati ma si accumulano a formare una goccia grande quasi come le cellule stesse, che al microscopio sembrano bianche. I ricercatori della Boston University School of Medicine, in USA, hanno scoperto che il consumo eccessivo di alimenti ricchi di calorie non solo aumenta la produzione delle cellule di grasso bianco, ma porta anche ad un cattivo funzionamento delle cellule di grasso bruno. Il lavoro, pubblicato su Journal of Clinical Investigation, dimostra il ruolo fondamentale che il grasso bruno ha nel controllo del metabolismo e come una dieta sana sia in grado di apportare benefici sulla salute in generale.

Utilizzando modelli sperimentali di topi resi obesi dalla dieta, Ippei Shimizu e colleghi hanno dimostrato che l’eccesso di calorie diminuisce la produzione del fattore di crescita dell’endotelio vascolare (VEGF-A), una molecola prodotta dalle cellule di grasso bruno che promuove la crescita dei vasi sanguigni. La mancanza di VEGF-A causa la perdita dei vasi sanguigni vicino alle cellule di grasso bruno che, rimaste senza ossigeno, non possono più attivare i mitocondri per bruciare gli acidi grassi. Il risultato è un accumulo di acidi grassi nelle cellule, causando il loro sbiancamento. Il coinvolgimento del VEGF-A nella trasformazione del grasso buono in cattivo è stato confermato anche in un modello sperimentale di topi non obesi ma che non producono questa molecola.

I risultati dello studio evidenziano l’importante rapporto tra il tessuto grasso e il sistema cardiovascolare e indica che i fattori di rischio cardiovascolare, come l’ipertensione e il colesterolo alto che contribuiscono a danneggiare i vasi sanguigni, potrebbero anche portare al malfunzionamento del grasso buono. La ricerca ora dovrebbe concentrarsi su come fermare questa trasformazione, per contribuire a combattere l’obesità e avere effetti considerevoli sulla prevenzione di condizioni metaboliche come il diabete o le malattie cardiovascolari.

Alessandra Gilardini

Fonte: Journal of Clinical Investigation