Non si tratta del primo studio che traccia questo tipo di associazione. Anche se, negli studi precedenti sull'argomento, non era chiaro se la relazione fosse valida tra persone di età e peso differenti e se la caffeina fosse l’ingrediente principalmente responsabile del presunto effetto anti-diabete.
Nella ricerca in questione, un gruppo di ricercatori dell’University of Minnesota ha analizzato i dati riguardanti 28.812 pazienti arruolate nello studio clinico “Iowa Women's Health Study”, condotto dal 1986 al 1997. All'epoca dell'inizio dello studio, tutte le donne coinvolte non avevano il diabete né disturbi cardiaci.
Le pazienti sono state divise in gruppi, basandosi sulla quantità giornaliera di caffé che erano solite bere: nessuna, meno di una tazza, da una a tre tazze, da quattro a cinque tazze, sei o più tazze al giorno. Durante il follow-up, a 1.418 donne coinvolte nello studio è stato diagnosticato il diabete.
Le donne che bevevano le quantità di caffé maggiori avevano un rischio inferiore (del 22%) di sviluppare il diabete rispetto al gruppo che non beveva caffé. Ulteriori analisi hanno mostrato che quest'associazione, che rimaneva relativamente stabile con l’età e il peso corporeo nei gruppi, dipendeva più dalla quantità di caffé decaffeinato che da quella di caffé normale.
Gli ingredienti responsabili di questo possibile effetto protettivo rimangono però poco chiari. Due componenti del caffé, il magnesio e il fitato, non sembrano essere responsabili dell’associazione rilevata. Anche la caffeina proveniente da altre fonti (per esempio dalle bibite gasate) non aveva influenza sul rischio di diabete.
FONTE: Archives of Internal Medicine, June 26, 2006.