A innescare il danno metabolico è un’alterazione delle proteine contenute nei mitocondri che tenderebbero a legarsi al glucosio in eccesso presenti nel sangue aumentando la produzione di radicali liberi che danneggiano i tessuti come l’endotelio, che riveste i vasi e le beta-cellule che producono insulina. Anche quando i livelli di glicemia si normalizzano, la produzione di radicali liberi continua.
Questo spiegherebbe le complicazioni associate al diabete.
“Ancora non si sa – precisa il professor Ceriello – dopo quanto tempo il danno metabolico si instaura nell'uomo ed è possibile che i tempi siano più lunghi che nel modello sperimentale e nell'animale, ma è necessario valutarlo con precisione con ulteriori studi. Stiamo anche valutando nuove molecole che specificamente possano staccare le molecole di glucosio dalle proteine dei mitocondri, che costituirebbero la migliore terapia della causa della memoria metabolica”.