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L'Unione Europea deve agire contro una "pandemia" di diabete, una malattia che ormai colpisce 25 milioni di cittadini ma che non riceve sufficienti fondi per la ricerca.
Lo ha affermato lo scorso mercoledì un parlamentare europeo, John Bowis, affetto da diabete e presidente del Gruppo di Lavoro sul Diabete del Parlamento Europeo.
La diffusione sempre maggiore dell'obesità, l'invecchiamento della popolazione e regimi di vita sedentari hanno portato a un incremento dell'incidenza del diabete in Europa. La International Diabetes Federation prevede un ulteriore incremento del 16% circa per il 2025.
Bowis sostiene che la lotta al diabete non viene sentita con la stessa urgenza di altre patologie, quali l'influenza aviaria o l'AIDS.
Nonostante proprio questo mese il Parlamento Europeo abbia approvato una dichiarazione che prevede di dare priorità al diabete nelle strategie sulla salute, i fondi europei per la ricerca rimangono piuttosto scarsi: solo 80 milioni di euro in quattro anni.
Anche Anne-Marie Felton, presidentessa della Federazione Europea delle Infermiere in Diabetologia, crede che sia necessario un intervento per evitare future ulteriori spese. I costi della patologia riguarderebbero non soltanto le cure immediate, ma anche le terapie rese necessarie dalle complicanze: problemi cardiaci e renali, perdita della vista, piede diabetico ecc.
La prossima settimana i ministri della salute della C. E. si riuniranno. Questa, secondo la Felton, potrebbe essere l'occasione per incominciare ad agire: per prima cosa, determinando quali sono i soggetti a rischio, comprese le donne in età riproduttiva e le minoranze etniche e promuovendo stili di vita più salutari.
Fonte: Reuters