Questo è l’identikit dell’insulina

Tratto dalle Lezioni di educazione sanitaria del prof. Sergio Marigo
Per comprendere che cosa sia il diabete, bisogna prima sapere che cos’è l’insulina,dal momento che è proprio la mancanza di questo ormone che causa il diabete. Tutti o quasi sappiamo che l’insulina viene prodotta dalle isole del pancreas dalle quali ha preso il nome: infatti isola in latino si dice insula.sappiamo anche che il pancreas è un organo, situato nelle profondità dell’addome proprio davanti alla colonna vertebrale che per la maggior parte funziona come produttore di enzimi della digestione.
Nello spessore nel pancreas vi sono delle zollette di tessuto solido, giusto le isole del pancreas, formate da quattro tipi di cellule che producono i quattro ormoni che sono riportati nella tabella n. 1. Sappiamo tutti che l’insulina è prodotta dalle cellule B. Un tempo le chiamavano cellule ( (beta), ma la vecchia dizione è dura a morire sicché ne deriva una certa confusione tra i non addetti ai lavori.
Le cellule B liberano l’insulina in modo continuo, seppure in quantità differenti secondo il ritmo dei pasti: quando mangiamo le cellule B avvertono dei segnali che le inducono ad aumentare la loro produzione per 2 o 3 ore, tornando poi, nell’intervallo dei pasti a durante la notte, ad una produzione limitata seppur continua.
Perché queste modificazioni ritmiche della secrezione di insulina? Con i pasti noi assorbiamo dei nutrienti che, dovendo essere disponibili anche durante il digiuno, nell’intervallo dei pasti e nei momenti di emergenza, devono esser immagazzinati nelle cellule. Proprio come la spesa della massaia che, una volta fatta deve essere sistemata nel frigorifero e nella dispensa.
L’insulina interviene in questo processo funzionando come la chiave che apre le porte del frigorifero e della dispensa affinché gli alimenti possano esservi disposti in bell’ordine, pronti per l’uso.
L’insulina infatti apre la porta delle cellule ai nutrienti e soprattutto al glucosio che proviene dalla digestione degli idrati di carbonio, alimenti che tanto spesso troviamo sulla nostra tavole e indicati nella tabella n.2.
Così il glucosio penetrato dentro la cellula, viene impacchettato in una sua forma di deposito chiamata glicogene o trasformata in grassi così da aumentare la quantità deposta nei depositi adiposi.
Terminata la funzione di …magazziniere, l’insulina si riduce a quanto necessario per alcune funzioni. Ciò consente che una piccola quantità di glucosio resti fuori delle cellule cioè nel sangue. Infatti, anche a digiuno nel sangue v’è una certa quantità di glucosio vale a dire c’è una certa glicemia.
Oggi che le nostre conoscenze sull’insulina sono approfondite, sappiamo che questa sostanza per favorire l’entrata del glucosio in contatto con un recettore insulinico, proprio come una chiave, per aprire una porta, deve essere introdotta nella serratura.
Va da sé che perché la porta possa aprirsi, occorre che la chiave non sia stata smarrita e che la serratura non sia arrugginita o guasta. Così, perché il glucosio possa entrare nelle cellule, occorre la presenza dell’insulina e la perfetta efficienza del suo recettore.
Che cosa avviene quando non c’è l’insulina o il suo recettive non funziona bene? Avviene che le molecole del glucosio che provengono dalla digestione degli alimenti elencati nella tabella n.2., non trovano aperta la porticina della cellula e, non potendovi entrare, si affollano fuori delle cellule, ovverosia nel sangue. E quando la ressa si fa forte, le molecole di glucosio si riversano anche nelle urine.
Vale a dire che in mancanza di insulina o in difetto del recettore, si verifica iperglicemia , che vuol dire alti valori di glicemia, e glicolisuria, cioè la presenza di glucosio nelle urine che, in situazione normale ne sono prive.
Che cosa avviene invece quando c’è troppa insulina, come quando noi diabetici per errore ce ne immettiamo una eccessiva quantità? In tal caso, tutte le porticine delle cellule restano spalancate e quindi tutto il glucosio viene catturato dalle cellule. Di conseguenza, il sangue ne resta povero o privo. Si verifica così una ipoglicemia, vale a dire una situazione caratterizzata da bassi valori di glicemia.
Occorre qui dire che tra tutti i nostri organi, il cervello è il ghiottone della compagnia perché, a differenza degli altri ha bisogno di “mangiare” dolce, anzi si nutre di solo glucosio. Ed è per questo che il nostro sangue ne contiene sempre una certa quantità sennò il nostro cervello si mette a fare i capricci. E che capricci! La nostra attenzione si appanna, diventiamo nervosi, facciamo cose strane per poi cadere in un sonno profondo, il coma ipoglicemico.
Ecco, quindi, spiegata la funzione dell’insulina: è un ormone che, immagazzinando il glucosio proveniente dai pasti e permettendo la sua razionale utilizzazione nello stato di digiuno, fa si che agli organi, soprattutto al cervello, ne giunga sempre una quantità adeguata alle loro necessità. La mancanza di insulina causa di iperglicemia e glicosuria che, come sappiamo sono i segni di laboratorio in presenza dei quali si fa la diagnosi di diabete.