Raccomandazione civica sulla malattia diabetica: i dati, il decalogo e le urgenze per garantire a tutti gli stessi diritti

 

cittadinanzattiva-logoGarantire le stesse possibilità terapeutiche, senza differenze regionali: è questo l’obiettivo della Raccomandazione civica sulla malattia diabetica, realizzata da Cittadinanzattiva in collaborazione con FAND-Associazione Italiana Diabetici, e con il contributo di un panel di esperti. Nella Raccomandazione si leggono intenti, ma anche dati, utili proprio per stabilire una agenda di priorità che si basi su ciò che accade in Italia nella prevenzione e cura del diabete e sui reali problemi dei pazienti. Secondo quanto riportato dal documento, la regione italiana con l’incidenza più alta di diabete è la Basilicata: 7,8%. Seguita a breve distanza dalla Calabria (7,6%). Nel Bel Paese, la prevalenza di quella che è una delle malattie cronico-degenerative più diffuse si attesta al 5% della popolazione totale. Mentre, i suoi costi diretti rappresentano il 10-15% di tutti quelli dell’assistenza sanitaria. Pari a una spesa pro-capite di €3.348 l’anno per paziente.

Oltre a questi numeri, che possono generare non poche preoccupazioni, la Raccomandazione stila dieci passi strategici che permettano di rendere concreto il Piano Nazionale Diabete. Per prima cosa è necessario attivare in tutte le Regioni le Commissioni regionali per il diabete e valorizzarne a pieno il ruolo, dando priorità assoluta alla prevenzione, in caso di diabete di tipo 2. Per i pazienti è importante che l’accesso alle cura sia efficace, semplice, possibile per tutti, anche quando si tratta di terapie innovative. Il documento cita le differene regionali allo scopo di eliminarle così che tutti i malati possano ricevere gli stessi trattamenti.

La cura deve quindi essere garantita a tutti, su tutto il territorio nazionale, secondo gli standard qualitativi più alti possibili. Il malato ha diritto a cure che siano personalizzate e seguano le sue esigenze e i suoi bisogni.

A chi si rivolge questo documento? A medici, personale sanitario e a tutti coloro che sono deputati alla cura del malato di diabete, oltre a politici e decisori affinché sappiano garantire i loro diritti. “Per garantire i diritti delle persone con diabete è necessario un cambio di passo da parte di tutte le Istituzione coinvolte, commenta Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato, infatti, a oltre 1 anno dalla pubblicazione del Piano Nazionale Diabete, sono ancora solo 13 le Regioni Italiane che lo hanno recepito formalmente e il recepimento da solo non basta”.

Tra le indicazioni presenti nel documento, ricordiamo: garantire un equo accesso alle terapie, dare precedenza alla prevenzione, attuare il piano nazionale diabete a livello regionale, formare continuamente gli addetti ai lavori e informare i pazienti, rafforzare la lotta agli sprechi.

 Eleonora M. Viganò

Fonte: West