Relazione pericolosa: cibo, diabete e demenza senile

 

Cibo e demenza senile: una correlazione pericolosa legata al diabete di tipo 2, oggetto di sempre più ricerche.

Un gruppo di scienziati australiani ha infatti studiato il legame tra diabete di tipo 2 – collegato ad alimentazione, obesità ed età – e la possibile riduzione delle funzioni cerebrali.

All’Istituto Garvan di Sydney hanno analizzato per ben due anni oltre 1000 pazienti tra i 70 e i 90 anni, scoprendo che chi è affetto da diabete ha un rischio più alto di andare incontro a demenza senile e disfunzioni cerebrali.

I ricercatori hanno quindi esteso i risultati ottenuti anche a chi non ha il diabete: l’assunzione di troppo cibo, soprattutto zuccheri e junk food, potrebbe essere responsabile dell’aumento di patologie collegate a un deficit delle funzioni cognitive e cerebrali. Katherine Samaras, responsabile del progetto, ha spiegato come il diabete e gli altri disturbi da glucosio siano legati al declino del volume cerebrale.

Ma non basta. Suzanne de la Monte, scienziata alla Brown University di Providence, in Rhode Island, è infatti ancora più categorica e ha addirittura proposto di chiamare questa forma di demenza “diabete di tipo 3” per distinguerlo dagli altri due e porre l’accento sul ruolo che assume il cibo a livello cerebrale. Lo studio condotto da questa ricercatrice ha infatti permesso di osservare un declino nelle funzioni cerebrali unito a un calo nella risposta all’insulina in animali a cui erano stati somministrati cibi grassi o ricchi di zuccheri.

Il legame quindi è ormai quasi certo, ora si tratta di capire i meccanismi più fini e il tipo di relazione a tre che si instaura tra cibo, diabete 2 e demenza. Ci si chiede infatti in che misura sono coinvolti i pazienti diabetici e come e quanto invece le persone senza diabete che comunque consumano troppo cibo.

Sono stati fatti studi sia post-mortem sia sui vivi. Nel diabetico di tipo 2 si ha un incremento nel rilascio di mediatori dell’infiammazione collegati a loro volta alla demenza.

Infine la ricercatrice Susanne Craft ha dimostrato un aumento della placche di proteina beta amiloide, responsabile dell’Alzheimer, in pazienti nutriti con elevate quantità di zuccheri e grassi. Benché sia già nota l’importanza di un regime alimentare corretto, ora non si può proprio farne a meno: per stare bene con il diabete e per tenere in forma corpo e mente.

 Eleonora M. Viganò

Fonte: Ansa ed Espresso