Un tutor speciale

 

Un esperimento per migliorare la qualità di vita dei pazienti più complessi e poco inclini a rispettare la terapia: si tratta di telemedicina, ossia di un tipo di assistenza in remoto mediata dall’azione di un tutor e quindi da assistenza medico-infermieristica specializzata. La fase sperimentale ha coinvolto 55 pazienti del Servizio di Diabetologia di Città di Castello e Roberto Norgiolini ha gestito operativamente il progetto. I risultati? Sorprendenti, visto che il il 95 per cento dei pazienti ha migliorato le proprie condizioni di salute. Il tutor in remoto non deve ovviamente sostituirsi alla normale attività clinica tradizionale, ma integrarsi con essa. Il team che sta portando avanti il progetto era composto da 26 medici di medicina generale.

La centrale operativa di supporto fa capo al servizio di assistenza in remoto Doctor Plus della società Vree Health Italia. Tutti i pazienti coinvolti sono stati dotati gratuitamente di una bilancia per la rilevazione del peso, un glucometro per la misurazione della glicemia capillare, uno sfigmomanometro per la pressione arteriosa e di un modem per la trasmissione on-line dei dati (glicemia, peso, pressione) collegato a una piattaforma centralizzata. Come abbiamo anticipato, Doctor plus è la centrale di raccolta dei dati e delle informazioni che i pazienti inviano. Per 12 ore al giorno, da lunedì a sabato la centrale ha il compito di segnalare via sms/mail ogni scostamento o anomalia rispetto al protocollo e al piano terapeutico di ogni singolo paziente, mandando agli operatori sanitari alert e avvisi, visibili a monitor in tempo reale, distinti con codici di priorità: i codici bianco e giallo con priorità medio-bassa sono assegnati ai medici di base mentre i codici rossi con carattere di urgenza sono inoltrati al team diabetologico. In questo periodo di sperimentazione sono state registrate circa 1000 chiamate dalla centrale operativa verso i medici e 700 da parte dei pazienti stessi verso l’unità operativa.
«La disponibilità di un numero verde per contattare la Centrale operativa dalle 8 alle 20 (lunedì-sabato) è stata molto apprezzata dai pazienti che si sono sentiti meno soli nel loro percorso di cura, sorvegliati e protetti- spiega il dottor Roberto Norgiolini – La disponibilità in tempo reale del dato ha permesso interventi tempestivi per gestire a domicilio eventi intercorrenti o situazioni acute che, in un certo numero di casi, avrebbero diversamente generato accessi impropri al Pronto Soccorso e ricoveri evitabili».
In futuro l’obiettivo sarà quello di estendere il servizio a una fascia sempre più ampia di pazienti. «L’obiettivo – precisa il direttore generale Giuseppe Legato – è di estendere a livello aziendale questa nuova modalità assistenziale per pazienti cronici complessi come i diabetici. Se è ancora prematuro quantificare i margini di razionalizzazione e abbattimento dei costi in applicazioni su vasta scala, è certo che l’analisi dei primi indicatori di servizio al 20 settembre conferma l’efficacia della sperimentazione in relazione agli obiettivi clinici e assistenziali prefissati. In particolare, grazie all’azione di rinforzo della centrale operativa che assiste in tempo reale ciascun paziente tramite drug remind, supporto e recall per l’autocontrollo glicemico domiciliare, promemoria per esami e visite periodiche o di approfondimento diagnostico, ecc., è progressivamente migliorata fino al 95% dei casi l’aderenza terapeutica al percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale proposto, con evidenti riflessi positivi anche in termini di qualità di vita».

Eleonora M. Viganò

Fonte: PerugiaToday.it