Gli integratori, oggi, fanno parte delle nostre abitudini alimentari per supplire a carenze di nutrienti essenziali che sono conseguenza di una dieta spesso sbilanciata. Se assunti, però, quando non ce n’è strettamente bisogno possono comportare più rischi che benefici. E’ il caso, secondo una revisione britannica pubblicata sulla rivista britannicaThe Lancet, del selenio che in dosi eccessive aumenterebbe l’incidenza del diabete di tipo 2.
Il selenio è un micronutriente essenziale per una buona salute, poichè possiede proprietà antiossidanti, antiinfiammatorie ed è coinvolto in alcuni processi fisiologici come la produzione e attivazione dell’ormone tiroideo. Sono molti gli studi che confermano la sua importanza nella prevenzione di alcuni disturbi come tumori e malattie cardiache, e una sua carenza è associata a un generale indebolimento del sistema immunitario e a un progressivo declino cognitivo. Le principali fonti naturali di selenio sono il frumento, i vegetali e la carne e una dieta bilanciata fornisce, di per sè, la quantità giornaliera ideale di questo minerale, cioè circa 55 microgrammi per un adulto e 70 microgrammi per una donna durante l’allattamento. L’introduzione di integratori di selenio è importante quando una dieta povera impedisce un corretto apporto di nutrienti. Ma troppo selenio fa male? L’Istituto Nazionale di Medicina statunitense fissa a 400 microgrammi la quantità giornaliera massima tollerabile dall’uomo, oltre la quale si può manifestare la seleniosi, una condizione caratterizzata da disturbi gastrointestinali, perdita di capelli, alitosi, stanchezza, irritabilità e moderato danno nervoso.
Non è necessario arrivare a così alti livelli, ma basta la metà della dose massima consentita per ottenere un effetto indesiderato: il diabete di tipo 2. La ricerca condotta, che ha coinvolto oltre 1.200 americani e che valutava invece l’eventuale capacità di alte dosi di minerale nel ridurre il rischio di cancro alla pelle, ha infatti messo in luce un maggiore rischio di sviluppare la malattia glicemica in coloro che assumevano giornalemente un integratore di selenio rispetto a chi assumeva un placebo. Il meccanismo è poco noto, ma sembrerebbe che il selenio interferisca con la normale capacità dell’organismo di utilizzare l’insulina, determinando degli squilibri nel metabolismo degli zuccheri. Sebbene siano necessari ulteriori approfondimenti, gli esperti britannici consigliano di non considerare innocui gli integratori e di assumerli solo in caso di reale deficit di selenio.
Cinzia Pozzi
14 marzo 2012 [FONTE: The Lancet]