6 gennaio 2004

“Lottavo per la mia libertà dalle imposizioni esterne e per la libertà dal lavoro. Non avevo in tasca nemmeno un marco, ma mi sentivo terribilmente libero o per lo meno quello che ritenevo essere tale. Dove finisce ogni spettro sociale sembra esserci la libertà assoluta”

(Reinhard Karl, Montagna vissuta, tempo per respirare)

6 gennaio 2004

L’attraversata dello Hielo Continental Sur è alle sue battute conclusive: Mattia, Ivan e Pietro, desiderosi delle comodità di cui si sono privati hanno accelerato gli stanchi passi e le “macerate membra” e già ieri sera (6 gennaio) sono sopraggiunti all’Estancia Cristina, riuscendo ad imbarcarsi sull’ultimo traghetto per El Calafate. Mattia è molto contento, è dimagrito (ha perso una taglia dei pantaloni!), è affamato ma soddisfatto ed appagato, così pure Ivan e Pietro: quest’ultimo è riuscito a far rimarginare le vesciche sofferte ai piedi durante l’attraversata con gli sci sugli sconfinati pianori dello Hielo patagonico. Per fortuna l’incedere sul terreno, camminando e non scivolando sugli sci, ha concesso ai piedi di Pietro una tregua e dei nuovi punti d’appoggio e dunque un cambio di postura. Non ne possono più di cibi liofilizzati, misture precotte, barrette ed integratori alimentari: ben presto potranno riassaporare i gusti e gli aromi della cucina argentina ed inebriarsi dei suoi vini seducenti. Voci allegre quelle udite al telefono ieri sera: la fatica estenuante in breve lascerà lo spazio alla quiete e alla non azione. Leggeri e liberati da ogni pressione, da ogni tensione nervosa e dalla concentrazione snervante, da oggi, si godono il cosiddetto post evento, una sorta di limbo ammantato di ilarità e gioia per quanto realizzato. Non ci piace parlare di primati, anche perché non sanno esprimere nulla sulla dimensione reale e sullo spessore umano che sta “dietro le quinte” di ogni grande impresa, ma vi possiamo assicurare che pochi altri al mondo hanno avuto il privilegio di vivere un’impresa simile. Sceglie chi parte ma sceglie anche chi resta a casa ad aspettare: mogli, compagne, fidanzate, parenti e amici. Entrambe le parti hanno partecipano al fine di concretizzare un sogno e la trepidazione di chi ascoltava le telefonate, magari disturbate dal vento fuegino, è stata intensa. Cresce ora l’attesa per le prime immagini, per lasciar parlare il vento, la luce, la roccia, il ghiaccio …gli spazi e lasciar scivolar via le parole che hanno seguito e narrato le vicende di questi tre amici: Mattia, Ivan e Pietro.

Hasta luego!

ADIQ