Alessandro Lietz ci racconta il Nordic Walking e i suoi benefici sul diabete

C’è chi sostiene che un’attività molto utile, all’inizio dell’anno, sia la creazione di liste.
Liste delle cose da fare. Lista delle cose da non fare.
Alessandro Lietz, sono certa, metterebbe come prima voce, di quest’ultima categoria, quello che lui definisce il processo di divanizzazione.
Da non confondere col processo di divinizzazione, che non ci compete e che lasciamo nelle mani di chi è certamente più esperto in materia.
Ma se si tratta di farsi risucchiare dal proprio divano di casa, c’è da ammettere che molti di noi – la sottoscritta, in primis – possono garantire una conoscenza nient’affatto superficiale sull’argomento.

Eppure bisogna alzarsi. Eppure bisogna uscire. Eppure si deve camminare.
Lo dice Alessandro, lo dicono i medici, lo dice addirittura il buonsenso.
Si tratta di fare il primo passo. Di uscire da quella sensazione di stallo, di immobilismo che sembra impossibile da scalfire.
Ecco allora una buona idea per ricominciare a mettersi in moto gradatamente e senza doversi cimentare in avventure sportive che necessitano la tempra di supereroi: il Nordic Walking.
“Prima di tutto, perché è uno sport che si fa all’aria aperta”, mi dice Alessandro, che è un istruttore, “e il contatto con la natura aiuta a scaricare le tensioni. Si tratta di una camminata e non è stressante per il fisico. Aiutandosi con i bastoncini e con una buona tecnica Nordic Walking, si attiva contemporaneamente tra l’80 e il 90% della muscolatura. A livello metabolico è un portento. Inoltre aiuta a normalizzare i valori del colesterolo e della pressione. Da quando ho iniziato con il Nordic Walking, ho avuto dei miglioramenti importanti. Non prendo più la pillola della pressione e la glicata da 9.8 è passata a 6.2”.

Alessandro, di origini napoletane, vive da molti anni a Torino. Mi dice che il suo amore per il mare è pari a quello che prova per la montagna, e che sente l’urgenza di frequentarli entrambi. È una persona che ha voglia di fare, che deve fare. È uno di quelli, Alessandro, che quando hanno una passione te la raccontano così bene, con tanta di quella energia e vitalità che ti ci fanno innamorare; che ti viene da dire, ma allora, se è così bello, devo provarlo anch’io.
E infatti alla fine della telefonata glielo dico, e dopo pochi minuti mi manda un messaggio indicandomi il nome di una persona che potrebbe seguirmi a Parma.
Fantastico.
Chi crede in un progetto fa così. Chi crede in un progetto non perde tempo, agisce.
Chi crede che una cosa faccia bene, la vuole condividere con più persone possibili, vuole che sia un patrimonio comune.
Il suo progetto si chiama Sweet Nordic Walking. Quell’aggettivo fa pensare a un’attività sportiva alla portata di tutti, che offre benefici, ovviamente soggettivi in termini di tempo, ma riscontrabili.

Alessandro mi dice che ha creato alcune linee guida utili per far assimilare al meglio la tecnica e la pratica e per far comprendere appieno gli effetti di questo sport sul diabete. “È importante la creazione di un diario nel quale segnare i carboidrati che vengono assunti, e anche conoscere quali e quanti integratori assumere in caso di ipoglicemie”.
E poi, una volta che si sanno tutte queste informazioni, affidarsi totalmente ai propri passi, affidarsi alla strada.
“Ormai i bastoncini sono diventati un mio prolungamento. Me li porto ovunque. Se sono nervoso o stressato a causa del lavoro, li prendo e comincio a camminare. Mi sento istantaneamente meglio. Oltretutto è un’attività assolutamente economica. C’è una spesa iniziale che riguarda i bastoncini appunto, e un paio di scarpe adatte, e questo è tutto”.

In sintesi, ecco una nuova voce da aggiungere nella lista delle cose da fare: provarci.
Concederci questo lusso; il lusso di tentare. Scardinare le abitudini sedentarie, iniziando dall’attività fisica più antica di tutte; quella che, col solo ausilio del nostro corpo, ci porta da un posto ad un altro.
Un passo alla volta, un bastoncino alla volta.

A cura di Patrizia Dall’Argine