Fake news e Diabete: la prima cura è la corretta informazione

“Se non si ribadisce l’importanza dell’autorevolezza delle fonti scientifiche, il rischio ricade sulla salute dei pazienti e sui percorsi di cura”. È con questo avvertimento che Francesco Purrello, Professore ordinario di Medicina Interna all’Università di Catania e Presidente Eletto della Società Italiana di Diabetologia (SID), mette in guardia dal pericolo delle “fake news” che si stanno diffondendo anche in campo diabetologico.

Un problema sociale di enorme rilevanza, quello delle “bufale”. In grado di fomentare derive in tutti i campi, e di diventare un ostacolo effettivo sia nel rapporto medico-paziente che nell’approccio alle terapie. Sotto accusa alcune leggende metropolitane, che diffondono falsi miti sulle cure del diabete, o sulla prevenzione della patologia. Prime imputate: le abitudini alimentari. “Su questo argomento – spiega Purrello – sta girando di tutto: si millanta l’efficacia di ‘alimenti per diabetici’ con proprietà protettive, senza che il consumatore abbia l’esatta cognizione della confusione e della speculazione che circola in questi campi. Le informazioni sui prodotti sono spesso false, e si appoggiano alle mode delle diete improvvisate, come quelle severamente vegane. Si tratta di scelte che se affidate al “fai da te” espongono l’organismo a rischi concreti: un conto è suggerire un’alimentazione ricca di vegetali e di fibre, e approfittare della varietà della Dieta Mediterranea. Un altro è divulgare prassi alimentari estreme, il cui valore non ha alcun riscontro scientifico, e che necessitano un affiancamento medico e specialistico. Soprattutto nel caso di pazienti esposti al rischio di patologie metaboliche”.

Un problema limitato all’alimentazione? Certamente no. Le fake news tendono il loro agguato non solo sul versante della prevenzione: ma anche su quello delle terapie. Un settore particolarmente esposto a informazioni a più riprese smentite dagli addetti ai lavori, è quello dell’utilizzo dell’insulina. Circolano allarmismi sul fatto che l’insulina farebbe diventare ciechi, o darebbe assuefazione come una droga. Questo terrorismo è assolutamente ingiustificato. Quelle a base di insulina sono terapie che possono essere somministrate anche per periodi di tempo limitati. Senza provocare alcun tipo di dipendenza”.

Contrastare la diffusione di notizie non veritiere, è quindi diventato un prioritario problema di salute pubblica. Che è possibile contrastare solo consultando fonti autorevoli e canali ufficiali validati da riconosciute società scientifiche.

La Società Italiana di Diabetologia valorizza per questo l’importanza sociale della divulgazione scientifica. “Abbiamo compreso da tempo il valore della divulgazione per contrastare questi fenomeni”, conclude Purrello. “Questo perché più la malattia è frequente, più si presta alla forzatura delle fake news. Quasi 4 milioni di persone in Italia sono affette da diabete 1 o 2. Un bacino di pazienti che deve essere tutelato e protetto dal rischio di sottostimare dei rischi, a causa di manipolazioni disinformative. Alla base della cura c’è sempre lei: la corretta informazione”.