Il Fly Cycling Team, una storia di inclusione. Quando le battaglie degli altri diventano le nostre

C’è una formazione ciclistica della categoria “Elite e Under 23” che si trova a Mariano Comense, in provincia di Como.
C’è una formazione ciclistica della categoria “Elite e Under 23” che si chiama Fly Cycling Team e di cui è bene parlare.
È bene parlarne, perché, prima di tutto, è una bella storia. Una storia di inclusione. Una storia di amicizia.
Racconta di Luca e Andrea, due amici con un grande amore in comune, la bicicletta.
Racconta di due ragazzi, con la testa piena zeppa di sogni, che corrono in squadre diverse, e che non possono farne a meno. Non possono rinunciare all’ebbrezza della strada, della velocità su due ruote, dello sforzo, della tensione, e del rilascio di adrenalina che ne consegue.
Solo che Andrea diventa diabetico. E inizia a trovare difficoltà a proseguire col ciclismo.

«A 19 anni sei all’ultima tappa prima del professionismo che va dai 19 ai 26 anni. È il momento in cui devi portare risultati. Se non li ottieni in questo arco di tempo, devi smettere. In questo passaggio, tante squadre cercano il campioncino di turno. Il fatto che Andrea fosse insulino-dipendente lo portava automaticamente a essere escluso da questa scelta».
A Luca questa cosa non piace. No, è qualcosa di più. Luca questa cosa non la può accettare.
Luca è normoglicemico. Il problema non è suo. Potrebbe tranquillamente battere sulla spalla dell’amico e dire “mi dispiace”. Sarebbe certamente sincero. Sarebbe un gesto solidale sentito e probabilmente andrebbe bene così. Basterebbe a lui, e basterebbe ad Andrea.
E poi, ognuno a correre la propria gara, a percorrere la propria strada.
Invece no. A Luca non basta. A Luca non va giù questa disparità. E proprio da lui, che potenzialmente non ha alcun vantaggio a combattere questa battaglia, questa battaglia inizia ad essere combattuta.

«Avevo vent’anni ed è una cosa che ho deciso di pancia, in maniera istintiva. Volevo creare una squadra con atleti insulino-dipendenti e normoglicemici. Una squadra nella quale si gareggiasse insieme». È il 2013, e grazie all’aiuto di sponsor Luca Maria Lucini e Andrea Pirovano danno vita alla Fly Cycling Team.
«La nostra missione era quella di slegare la squadra dall’ansia del risultato che, personalmente mi ha accompagnato per molti anni. Si va in bici per l’amore verso la bici e anche per portare un messaggio. Andare in bici offre benefici enormi per chi ha una patologia come il diabete e vogliamo anche dimostrare che questa patologia non è così invalidante come molti credono. Questa esperienza è arricchente. Tutti gli anni riusciamo ad avere metà squadra composta da persone col diabete, anche stranieri. Paradossalmente, i nostri amici diabetici ci hanno insegnato che per vivere al meglio la propria vita, senza frustrazioni, bisogna accettare il difetto, il limite, la patologia. A me è servito tempo. Io ero ossessionato dal risultato e mi sono accorto che invece, per qualcuno, la vera vittoria è arrivare in fondo a una gara».

Nel 2020 la squadra ha partecipato al Giro E, evento cicloturistico che si svolge nei giorni e sulle strade del Giro d’Italia. È una competizione aperta e non professionistica, nella quale si utilizzano biciclette da corsa a pedalata assistita.
«Nel 2020 era suddiviso in 21 tappe da nord a sud. Il capitano e il vice di ogni squadra – gli stessi per tutte le tappe – avevano la possibilità di invitare di volta in volta quattro persone diverse», racconta Luca, e aggiunge: «è stata un’esperienza bellissima, che ci ha permesso di portare con noi le persone che ci hanno seguito e sostenuto in questi anni. Per me questa squadra è una missione anche ora che la mia occupazione principale è di carattere manageriale. Quello che il ciclismo ha dato e dà alla mia vita è impagabile: benessere fisico, serenità, scoperta e condivisione».
Ecco cosa può accadere, quando le battaglie degli altri diventano nostre.

A cura di Patrizia Dall’Argine