La giornata tipo…

La giornata tipo…

(dal diario di Mattia)

La giornata tipo era così suddivisa: il mattino ci siamo mossi con le ciaspole ai piedi (particolari attrezzi adatti a camminare nella neve alta e adatti anche a chi non è in grado di sciare), il pomeriggio, scuola di snowboard e verso sera, prima di cena, l’auto narrazione e le attività educative e didattiche.

Le “ciaspolade” si sono svolte su tracciati di alcuni chilometri di sviluppo all’interno delle foreste degli altopiani, immersi nella copiosa neve appena caduta, in un clima surreale ed ovattato tipico dei boschi dopo una nevicata, validamente guidati sia da guide esperte dei luoghi, sia dal nostro amico alpinista Stefano Cucco, esperienze assai efficaci per andare ad impattare la sfera personale di ciascun partecipante e porre così i ragazzi di fronte alla gestione della terapia insulinica correlata all’attività sportiva.

Muoversi compiendo un sforzo aerobico non conosciuto ha permesso ai partecipanti di cogliere le sfumature delle nostre scelte come persone con diabete mettendo i ragazzi, e non solo loro, di fronte alla necessità di capire e prevedere strategie, adeguamenti e validità degli strumenti di controllo per prevenire e recuperare, a seconda dei casi, le frequenti crisi ipoglicemiche o viceversa crisi iperglicemiche per insufficiente insulinizzazione corporea.

Diabete ed attività sportiva: correlazioni, cause e conseguenze sono state affrontate con la pratica.

Però qualche volta la sola pratica non basta per migliorare la comprensione dei fenomeni nel metabolismo alterato del soggetto diabetico.
La seconda parte della giornata è stata dedicata all’apprendimento dei rudimenti dello   snowboard e quindi all’apprendimento di una disciplina per la quasi totalità dei partecipanti completamente misconosciuta.

Tutti allegramente ci si è messi in gioco: ragazzi e “accompagnatori” con l’aiuto di una maestro di sci e di snowboard abbiamo iniziato dapprima i cosiddetti fondamentali e poi, gradualmente ci si è impratichiti e divertendosi insieme con i ragazzi e forse più degli stessi ragazzi! Con entusiasmo abbiamo calzato la tavola e ci siamo buttati alla ricerca dell’equilibrio fino a ritrovarci sfiniti, esausti ma felici I casi di ipo ed iperglicemia sono stati frequenti così come durante le “ciaspolade” mattutine, legati alla gestione di uno sforzo nuovo e di un impegno fisico non indifferente.

La parte finale della giornata è stata infine dedicata alla riflessione, al confronto ed al dialogo, con il metodo dell’autonarrazione all’insegna del reciproco scambio di opinioni. Con l’aiuto della psicologa, Natalia Piana e del poeta/scrittore/canta storie, Giannermete Romani, si sono affrontate alcune tematiche salienti intorno alla sfera diabete: una serie di argomenti che ognuno di noi vorrebbe vedere maggiormente trattati ed approfonditi nei libri e nei convegni del consesso medico e scientifico.
Ci siamo buttati a capofitto nella narrazione della nostra vita di diabetici intessuta di timori, di incombenze, di scelte (alle volte difficili) e relative conseguenze; di stress ma anche di grandi risultati.
Scrivendo, dibattendo, disegnando e ascoltando musica si sono condivise con grande onestà morale e grande senso di appartenenza ombre e luci, imparando a rispettare l’altruità delle opinioni anche quando contrastavano radicalmente con le convinzioni più radicate.
Questa comunione di percorsi di vita, è stata inframezzata da interventi più prettamente tecnici da parte del diabetologo e della dietista, integrando al dialogo prettamente emozionale la componente razionale e specialistica della medicina e della conoscenza del nostro stile di vita.
È stato il momento più gratificante della giornata mettendo a nudo la realtà oggettiva della vita con il diabete cercandone di capire il senso e mettendoci dinanzi ai nostri freni emotivi, alle nostre paure, ai nostri tabù.

Condividendo questi problemi spesso essi si sono ridimensionati, trasformando scogli insormontabili in placide collinette. (…)