La Marcialonga 2004

LA MARCIALONGA 2004

Proprio come l’anno scorso questa domenica ho partecipato alla Marcialonga che si è svolta sulle tradizionali nevi delle valli di Fiemme e Fassa. Arrivo a Cavalese il venerdì mattina e trovo, come non si vedeva ormai da qualche anno, tutta la vallata imbiancata dalle ultime nevicate. Lasciava sempre un po’ di amarezza trovare solo la striscia di neve della pista in mezzo ai prati ancora verdi…
E’ anche molto freddo, la temperatura si aggira intorno ai -10 gradi. Non esitiamo comunque raggiungere Tesero per poi percorrere gli ultimi km. della gara fino a Cavalese.
Come al solito siamo molto entusiasti, ovunque incontriamo partecipanti che provano scioline e che si scambiano consigli ed accorgimenti di qualsiasi genere.
Siamo alloggiati in un appartamento esattamente sulla pista ed a solo un km dall’arrivo. Dalla finestra sbirciamo gli atleti che transitano in continuazione e spesso riconosciamo tra loro fondisti famosi e medagliati negli ultimi campionati mondiali. Quest’anno infatti la marcialonga ha qualcosa in più: è valida come unica prova di coppa del mondo lunga distanza, assicurandosi così più di 100 professionisti al via.
Sabato mattina, non ci resta che spostarci a Moena con la macchina per visionare la partenza e le prime salite. Fa sempre molto freddo e sono quasi preoccupato per come vestirmi. Inoltre sono molto raffreddato ed in alcuni momenti mi sento la febbre.
Al ritorno prendo del te e riposo qualche ora.
Sto meglio, parafino e sciolino gli sci, ritiro il pettorale e ceno. Tutto è pronto per l’indomani.
Alle 5 suona la sveglia, mi alzo a fatica ma poi mi sento subito carico, sarà la tensione pre gara.
La solita cannonata, si parte, siamo veramente tanti anzi tantissimi (4500 partecipanti), fortunatamente ho il n. 121 e ho pochissima gente davanti. Dopo un km., dove la pista si stringe, alcuni cadono ma riesco ad evitarli e procedo in buona posizione fino a Canazei dove c’è il giro di boa. Sono in mezzo ad un bel gruppo dove alterniamo i cambi con regolarità, ma a Moena in un tratto in discesa mi trovo senza accorgermi con le gambe per aria! Così rimango da solo ad inseguire gli altri che ormai hanno preso un 15” di vantaggio e solo a Predazzo dopo parecchi km. rientro nel gruppetto.
Mancano ancora 30 km poco ondulati e poi l’interminabile salita, in fondo vedo il rettilineo d’arrivo, ho i crampi ormai dappertutto ma non sento nemmeno la fatica!
Ultimi 200m. , taglio il traguardo, sono 95° assoluto in 3h 42’11’.

ECCO LA TERAPIA INSULINICA, LE GLICEMIE E L’ALIMENTAZIONE PRIMA DURANTE E DOPO LA GARA

La sera precedente ceno con una porzione abbondante di spaghetti seguiti da alcune fette di prosciutto e dell’insalata. La mia glicemia è di 165, ho un basale di 0,5 u/h e programmo un bolo ad onda quadra di 5 u.
Alle h 22, sono in ipo, prendo una fetta di crostata con 1 tazza di tè, faccio 1 u e vado a dormire.
La sveglia suona alle 5,15 , la mia glic. è di 135, abbasso il basale a 0,1 u/h inietto 3 u. di bolo e faccio colazione con 3 fette di crostata e qualche biscotto. Alle sette sono già sul luogo di partenza, provo la glicemia, 240, probabilmente non ho ancora digerito completamente, esco per verificare che gli sci siamo a posto e rientro, riprovo la glic.,295. Aumento il basale a 0,2 u/h che terrò per tutta la gara e mi alimento ulteriormente con 30 grammi di barretta energetica e del te.
Alle 8, 30 si parte, ho con me 3 soluzioni di carboidrati liquidi da 60g l’uno, una borraccia riempita solo per 1/3 di bevanda isotonica calda e 1 barretta anche se non ho alcuna intenzione di assumerla.
A 20° km. ho un buon ritmo e non sento ancora stanchezza ma bevo ugualmente al ristoro a dalla mia borraccia.
A 30° km apro la prima busta di carboidrati e la bevo insieme a del tè, continuo a bere ad ogni rifornimento organizzato e ogni volta che incontro mio padre a bordo pista.
Verso al 40° km avverto un po’ di stanchezza ed ho la sensazione che la mia glic. sia un po’ bassa.
Alla prima discesa bevo l’altra busta di carboidrati pronti e riparto anche se inizio ad avvertire qualche crampo alle braccia ed agli addominali che mi passano fortunatamente dopo qualche km.
A sette km dall’arrivo, forse preoccupato dalla salita che mi aspetta nel finale bevo l’ultima busta rimasta (in questi casi preferisco abbondare) e arrivo senza problemi al traguardo. Controllo quasi immediatamente la mia glic., è 210, cambio il basale a 0,5 u/h e inietto un bolo di 4 u. prima di abbuffarmi alla mensa dell’organizzazione!
In poco tempo la glicemia si normalizza anche se la stanchezza non mi abbandona.

Una curiosità! Oggi pomeriggio (lunedì) mi reco al Pian Tivano per un defaticamento. Mangio come consueto a pranzo un piatto di pasta, un contorno ed inietto le solite quantità di insulina per quando svolgo normalmente l’allenamento e senza rendermene conto dopo praticamente 10′ sono già in ipo, come probabilmente ora che sto scrivendo! Sicuramente non ho ancora recuperato le energie spese. Posso solo alimentarmi e trascinarmi alla macchina. L’allenamento finirà li con 1 lattina di cocacola!