News 25~29 dicembre 2003
“Le storie non si limitano a staccarsi dal narratore, lo formano anche: narrare è Resistere” Joao Guimares Rosa
Mentre qui in Italia si festeggiava il Natale, alla quiete e al riparo, in famiglia o in vacanza, Mattia, insieme con i suoi compagni, inseguiva il suo sogno.
25 e 26 dicembre, Natale e Santo Stefano 2003
Queste due giornate sono state dedicate ad un duro lavoro: Mattia e gli altri hanno trasportato tutta l’attrezzatura ed i viveri (100 kg. ciascuno) all’imboccatura dello Hielo Continental Sur, lungo la quebrada (valle) del Rio Electrico fino al Paso Marconi, sovrastati dalle infuocate e sinuose guglie patagoniche. Come da programma sono stati necessari due viaggi e relativi ritorni da El Chaltén a Paso Marconi. Dunque il viaggio è entrato nel vivo, così pure la fatica fisica. Dopo una riduzione iniziale del 10% del fabbisogno insulinico, Mattia ha ulteriormente diminuito i dosaggi. Il tempo si è mantenuto splendido e la temperatura relativamente mite (tra i 10° ed i -5° C.) regalando ai nostri sci alpinisti un’accoglienza docile, quasi facile; ma il viento patagonico, quel viento non ha eguali: quando ruggisce, incessante, si abbatte con forza virulenta su ogni cosa che incontra, togliendo il respiro e ostacolando la vita degli uomini.
27 dicembre 2003
La prima tappa sullo Hielo è andata di lusso, con vento a favore e buona visibilità,dunque con poca difficoltà nell’orientarsi. Più di una trentina i chilometri percorsi, aiutandosi con il vento alle loro spalle e sfruttando le braccia per aumentare la “superficie velica”. L’equipaggiamento a loro disposizione consente di scivolare sulla superficie nevosa del ghiacciaio grazie a dei particolari sci dotati di un attacco mobile (sci da sci alpinismo) che ricalca il movimento del passo alternato dello sci di fondo. Al fine di eliminare anche i più piccoli attriti ed aumentare la scorrevolezza, Mattia Ivan e Pietro hanno tolto le pelli di foca dagli sci (un tempo prodotte con pelle animale, oggi per nostra fortuna sono prodotte sinteticamente!) che permettono lo scivolamento in avanti ma non l’arretramento: quando infatti la superficie è in salita, le pelli di foca si increspano impedendo lo slittamento indietro.
Alimentazione: al mattino la colazione è compiuta con bevande calde (possibilmente zuccherate), carboidrati assunti in varie forme: dalle barrette energetiche, ai carboidrati liquidi, passando per la marmellata. Durante la marcia, Mattia e i suoi compagni, si fermano ogni ora per integrare con una piccola quantità (40-50 gr.) di cibo equilibrata tra grassi, carboidrati e proteine (barrette energetiche con un’integrazione di grana e/o bresaola). Alla sera, montata la tendina, la cena è costituita da zuppe, o minestre, un risotto (carboidrati), formaggio, bresaola e qualche barretta di carboidrati.
Profilo metabolico di Mattia: pur non avendo avuto modo di conoscere in dettaglio l’andamento glicemico di Mattia, abbiamo saputo che ha eliminato l’insulina ad efficacia intermedia del mattino e l’insulina lispro di colazione e pranzo (si rimanda allo schema tipo di Mattia Tanza riportato nella news del 23 dicembre). Ha mantenuto la sola insulina intermedia di mezzogiorno, posticipandola però al pomeriggio e l’insulina lispro della sera, prima di cena. Secondo un calcolo spannometrico, considerate le frammentarie informazioni in nostro possesso, Mattia dovrebbe aver diminuito del 60% circa il suo fabbisogno insulinico, rispetto alla sua normale terapia.
28 dicembre 2003
“Giornata sfigata quella di ieri ….”: è con queste parole che Ivan ha descritto al telefono la giornata di ieri. Estrema sintesi. Quando poche sono le parole, i silenzi diventano eloquenti e significativi. La prima parola che viene in mente è difficoltà, poi, in ordine, affaticamento, logoramento fisico e mentale. Quella di ieri deve essere stata una giornata tormentata dal vento, questa volta evidentemente non più a favore e dal brutto tempo. Si sono accampati in una zona non meglio precisata del ghiacciaio Nunatak Viedna (parte dello Hielo Continental Sur), dopo un percorso arzigogolato nel ghiacciaio per evitare i crepacci, fenditure del ghiaccio che qualche volta diventano voragini molto profonde, ricoperti da un sottile e perciò insidioso strato di neve. Cento chili da trascinare con la sola propria forza, con la caparbietà, contando su loro stessi e poc’altro. Ciò che noi immaginiamo non deve poi scostarsi molto dalla realtà che stanno vivendo Mattia, Ivan e Pietro. Questa mattina si sono svegliati di buon’ora, alle 6.00 (ora locale) per cercare di recuperare il tempo perduto ieri alla ricerca di un presunto bivacco fisso (piccola costruzione di fortuna) propria nei dintorni del Nunatak Viedna. Ma niente da fare, hanno trascorso un’altra notte in tenda, sul ghiaccio e sulla neve. Sono un po’ stanchi e l’impressione è che lo “Hielo” sia una dama d’altri tempi che per lasciarsi avvicinare esiga un corteggiamento serrato quanto delicato, dolce e … romantico.
Mattia è soggetto a qualche ipoglicemia ma sempre di non rilevante entità. I calcoli sui quantitativi di cibo sembrano corretti e le riserve di Mattia per le urgenze pure.
Hasta luego!