La Società Italiana dell’Obesità lancia l’allarme

La Società Italiana dell’Obesità lancia l’allarme

Un’Italia troppo grassa

Nel nostro Paese ci sono sedici milioni di persone sovrappeso e 4 milioni di obesi, e il 13% dei giovani è fuori norma: una condizione da considerarsi patologica e strettamente correlata con il diabete, tanto che i medici parlano ormai di diabesità

La Società italiana dell’obesità lancia ancora una volta il suo monito: in Italia aumentano pericolosamente diabete e obesità, due condizioni così spesso e così strettamente correlate da avere dato origine all’efficace neologismo “diabesità”. Gli studi scientifici in materia hanno dimostrato che le persone definite obese (cioè quelle con indice di massa corporea -Bmi- superiore a 35) hanno un rischio di essere colpite da diabete 40 volte maggiore rispetto a chi è normopeso. Il fatto è che in Italia gli obesi sono già 4 milioni e i soggetti sovrappeso ben 16 milioni.
Il numero dei diabetici in Italia è stimato intorno ai 4 milioni: tre diagnosticati e uno ancora non emerso. Fra costoro, il 38,5% degli individui affetti dal tipo 2 è obeso e il 42% ha troppi chili in eccesso (ciò vuol dire che soltanto il 20% ha peso normale). Per quanto riguarda il tipo 1, invece, l’esuberanza ponderale interessa circa il 22% dei pazienti.
Già da queste percentuali si deduce che la netta maggioranza dei diabetici di tipo 2 non ha un peso normale e che sono alcuni milioni le persone che, pur non avendo ancora il diabete, sono a forte rischio di svilupparlo proprio in ragione dei loro chili di troppo.
Il problema non riguarda soltanto l’Italia (come si può immaginare) e non tocca solamente l’età adulta (e questo suona forse più sorprendente). Dice, infatti, Michele Carruba, direttore del Centro di studio e ricerca sull’obesità dell’Università degli Studi di Milano: “In Europa i tassi di obesità variano tra il 19 e il 27% negli uomini, fino al 38% nelle donne. In alcune regioni il tasso combinato di obesità e sovrappeso supera il valore del 67%. Ma il problema più allarmante sono i bambini. Nell’Unione europea a 27 Paesi un ragazzo su 4 è sovrappeso. Ogni anno, agli oltre 14 milioni di giovani europei in sovrappeso -3 milioni dei quali obesi- si aggiungono altri 400mila nuovi sovrappeso”.
I dati italiani non sono molto più tranquillizzanti, anche se c’è chi sta peggio (come la Gran Bretagna con un milione di under 16 già obesi): da noi -continua Carruba- “a fronte di un dato per gli adulti che dice come uno su tre sia in sovrappeso (33,4 per cento) e il 9,1 per cento obeso, mediamente è obeso il 13 per cento dei bambini e degli adolescenti. Inoltre, il 26,9 per cento dei maschi e il 21,2 per cento delle femmine tra i 6 e i 17 anni è sovrappeso, con un picco soprattutto nella fascia d’età 6-9 anni: 33,6 per cento nei maschi e 34,6 per cento nelle femmine”.
Il problema è molto serio perché tutti questi bambini e ragazzi troppo grassi rischiano di incorrere in età matura nel diabete di tipo 2.
Secondo Carlo Maria Rotella, diabetologo e presidente della Sio, l’obesità va considerata “una vera e propria malattia”, e come tale va combattuta: pertanto, la cura “deve concentrarsi primariamente sull’intensificazione dell’esercizio fisico, più che su diete altamente restrittive. In ogni caso, è essenziale promuovere migliori stili di vita, cioè alimentazione equilibrata e movimento, che sono anche l’intervento primario da attuare nei giovani. E quando anche la modificazione degli stili di vita non permette di raggiungere il risultato, è possibile ricorrere ai farmaci”.