Parola d’ordine assistenza immadiata

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CONVEGNO SID

Parola d’ordine: assistenza integrata
 

Unire le forze di tutti coloro che si occupano del diabete e integrare le varie competenze professionali impegnate nell’assistenza può ridurre le complicanze e i ricoveri ospedalieri di circa il 30%. E’ questa, quindi, la strada da battere, rendendo ancora più stretto il rapporto di cooperazione tra le componenti coinvolte. Questo è uno dei messaggi fondamentali scaturiti dal convegno “Panorama Diabete”, organizzato dalla Società italiana di diabetologia a Riccione lo scorso mese di ottobre. Si tratta di un forum nazionale, che si svolge ogni due anni con l’obiettivo di radunare insieme diabetologi, medici di medicina generale, podologi, operatori sanitari, dietisti, esperti di scienze motorie per discutere come migliorare l’assistenza alle persone con diabete, un compito sempre più importante oggi che si può a buon diritto parlare, per questa patologia, di una epidemia in corso.
I dati raccolti dall’Osservatorio Arno Diabete con la collaborazione del Consorzio interuniversitario Cineca- ci dicono che in Italia sono diabetici il 4,5% dei pazienti assistiti dal Servizio sanitario nazionale: si tratta di circa tre milioni di persone a cui va aggiunto il folto gruppo dei diabetici inconsapevoli, non ancora diagnosticati, stimati intorno al milione.
Dieci anni fa, nel 1997, le persone con diabete erano il 3% della popolazione. L’aumento è stato dunque considerevole e riguarda essenzialmente il diabete di tipo 2: i diabetici insulinodipendenti, di tipo 1, sono sostanzialmente stabilizzati intorno alle 180.000 persone, mentre per il secondo tipo si è registrato un netto aumento percentuale: dal 2,7% al 4,1%. Secondo le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità -che prevede che per il 2025 i diabetici nel mondo arrivino a 350 milioni- in Italia tra 20 anni sarà diabetica circa una persona su 10.
A fronte di queste cifre sulla diffusione attuale e prevedibile del diabete vi sono i dati relativi alla spesa sanitaria, che parlano ovviamente di una rapida crescita. Secondo il rapporto Arno, una persona con diabete costa in media al Ssn 2.589 euro l’anno: 827 (31,9%) per farmaci, 1.274 (49,2%) per ricoveri dovuti alle complicanze, 488 (18,9%) per prestazioni specialistiche e diagnostiche. La sua cura richiede il 54% di risorse in più di un assistito non diabetico, anche e soprattutto per malattie e disturbi concomitanti (come ipertensione o dislipidemia) e per l’incidenza delle complicanze.
“Il diabete di tipo 2 -commenta il presidente della Sid Riccardo Vigneri- può e deve essere prevenuto adottando corretti stili di vita, cioè alimentazione equilibrata e attività fisica, ma la condizione diabetica va anche affrontata con una gestione integrata tra i livelli di assistenza specialistica e del medico di famiglia e il coinvolgimento e coordinamento delle azioni delle diverse figure professionali interessate: una cura adeguata e attenta previene le complicanze”.
Un buon esempio di efficacia della gestione integrata arriva dalla Asl di Brescia, dove proprio il sistema di stretta cooperazione tra le diverse componenti professionali ha permesso di ridurre il costo medio pro capite da 2.650 euro nel 2000 a 2.500 nel 2003, mentre la spesa per ricoveri -una delle voci più onerose- è diminuita del 28,8%.