La bio del profilo di Davide è stata un’ottima anticipazione della sua personalità dirompente.
La sua pagina Instagram, “il pensiero di un diabete ironico” è nata all’inizio dell’anno ma ha già accumulato 11mila follower che lui considera una piccola famiglia in crescita con cui condividere umorismo e pensieri. E di pensieri, in 40 anni di diabete, ne ha fatti parecchi.
“Sono diabetico da quando ho 8 anni, ho iniziato con la classica siringa e boccettina di vetro, fino a 6 iniezioni al giorno e calcoli da fare a mano con carta e penna per fare la conta dei carboidrati. Ora uso il microinfusore e la tecnologia ci offre tantissime possibilità, è come stare su un altro pianeta”
Queste poche righe non sono sufficienti a riassumere la lunga convivenza con il diabete di tipo 1 (unito alla celiachia), una malattia che Davide definisce “subdola” perché cambia in continuazione e non ti lascia mai stare.
“La mia ironia nasce proprio dal fatto che so quanta sofferenza può portare il diabete, lo faccio per me, perché non voglio più stare male e per tutti quelli che la stanno trovando dura. In questa fase della mia vita ho bisogno di trovare l’ironia anche in questo.”
E magari esserci per altre persone?
“Esatto. In qualunque modo loro mi vogliano.
Hai voglia di parlare? Ci sono.
Hai voglia di dire parolacce? Ci sono.
Non sono qui per consigliare però. Per i consigli si DEVE andare dal medico, da chi è esperto, su Instagram invece possiamo condividere un’esperienza e una risata.”
Mi racconta della chat privata con persone conosciute online, in particolare delle conversazioni con genitori di figli diabetici da cui sta imparando tanto e a cui spesso dice: “Il diabete però non è il tuo”, un consiglio figlio della sua storia personale.
“Quando ho avuto l’esordio io ho dovuto imparare a fare le iniezioni da solo a 8 anni e poi, per mia fortuna, sono stato mandato a un corso dove mi hanno insegnato, ma dal giorno 1 sono stato responsabile di me stesso. Ora noto un cambio di approccio nel coinvolgimento dei genitori, li vedo spesso in ansia, forse all’idea che se i bimbi prenderanno la cosa con leggerezza poi non sapranno curarsi. Io non li giudico per questo, ma a me il diabete ha responsabilizzato. Mi ha permesso di crescere in modo diverso, lontano dalle droghe che impazzavano quando ero giovanissimo. Ero più maturo dei coetanei ma ho comunque trovato i miei momenti per fare lo scemo, perché nell’ironia puoi trovare anche la bellezza di questa malattia.”
Nessuna resistenza o tabù, Davide non sente nessun disagio nemmeno nel parlare anche della propria salute mentale.
“Non nascondo niente. Dovevi vedere i bagni in cui mi è toccato farmi l’insulina da giovane o durante certi eventi, ne ricordo uno veramente indecente durante un concerto di Vasco Rossi. Ma non mi sono mai nascosto, nemmeno quando ero adolescente e le persone per ignoranza pensavano che fossi un drogato quando mi vedevano con una siringa in mano. Non mi sono nascosto allora e non inizio ora.”
C’è qualcosa che auspichi per il futuro?
“Vorrei vedere più rispetto per chi soffre e meno giudizi verso di loro. Non mi interessa sperare che il diabete sparisca, vogliono che cambino le persone, che siano meno orientate al loro orticello; anche per questo è nata la pagina, per vedere tanti orticelli. E vorrei che le persone fossero meno ignoranti così da non insultare, anche in maniera superficiale.
Quello ferisce, non l’ironia.