Sul cibo, sull’alimentazione, su cosa fa bene e su cosa non fa bene, la querelle, credo, non si esaurirà mai.
È un tema aperto, un tema discusso, sezionato, sviscerato.
Il cibo ha a che fare con legami antichi, con l’infanzia, con la terra da cui proveniamo, con l’amore nel suo senso più ampio, di accudimento, di cura. Dare e ricevere nella sua manifestazione più immediata.
Non possiamo non amare chi cucina per noi.
Restiamo ipnotizzati da chi si prodiga tra padelle e fornelli.
Siamo il cibo che mangiamo, si dice.
E, intrinsecamente, siamo anche parte di una storia, un legame, una relazione, un sodalizio che è proprio il cibo a sigillare.
Ognuno di noi crea un particolare e personale rapporto col cibo.
E, mai come ora, stiamo imparando a non demonizzare nulla e a tendere verso un rapporto di equilibrio.
“Prima di tutto dovremmo smettere di pensare alla dieta come a una privazione, ma come a uno strumento per accedere a uno stile di vita sano, al fine di fare proprie delle abitudini alimentari corrette”, afferma Elsa Napolano, biologa nutrizionista appassionata del suo lavoro.
“Il mio esordio col diabete di tipo 1 è avvenuto all’età di due anni e mezzo. Non ho ricordi della mia vita senza diabete. Da un certo punto di vista credo che questo sia stato d’aiuto nell’accettazione della patologia. A 19 anni ho attraversato un momento di forte rifiuto. Col sensore, per la prima volta, ho avuto accesso a una visione costante dell’andamento della mia glicemia. Prima non ne avevo consapevolezza ed è stata una doccia fredda. Mi sono dovuta responsabilizzare. Vivo, come è normale che sia, momenti di sconforto. Nel mio caso, sono soprattutto le iperglicemie a mettermi alla prova. Sono diventata nutrizionista per questo. Mi ha sempre interessato capire e spiegare come il cibo sia interconnesso in maniera inscindibile con la salute”.
Sulla sua pagina Instagram, Elsa offre spunti molto interessanti sulla gestione della glicemia, sulla conta dei carboidrati e sulle dinamiche che regolano il nostro corpo per quanto riguarda la sazietà o lo stimolo della fame. Ci sono anche molte ricette che rendono chiare le infinità possibilità e varietà alimentari alle quali è possibile dedicarsi.
“Ci sono ancora alimenti che per alcune persone sono considerati tabù, come le patate, le banane o il riso. E allo stesso tempo c’è ancora ignoranza su cose molto banali: ad esempio, alcune persone non considerano che tra l’iniezione di insulina e il pasto ci dev’essere un’attesa di almeno 10-15 minuti.
In genere con le persone che si rivolgono a me si instaura un rapporto di amicizia. Sanno che capisco perfettamente le problematiche e le frustrazioni che deve gestire una persona con diabete. Nella mia pagina voglio veicolare il fatto che è possibile fare una dieta variegata che non obblighi a scegliere solo alcuni alimenti e a demonizzarne altri”.
“Lo sport – conclude Elsa – resta un aspetto estremamente importante. E credo che la tecnologia abbia fatto moltissimo a riguardo. Io consiglio sempre il microinfusore che permette di correggere e controllare meglio le glicemie. So che molte persone hanno remore a riguardo, perché rende visibile la patologia, ma è qualcosa a cui, come diabetici, possiamo affidarci, e che indubbiamente migliora la vita”.
A cura di Patrizia Dall’Argine