La telemedicina e, più nello specifico, il telemonitoraggio sono strumenti ormai indispensabili nella gestione delle patologie croniche, compreso il diabete. A questo proposito le principali società diabetologiche italiane, la SID (Società Italiana di Diabetologia) e l’AMD (Associazione Medici Diabetologi), riunite nella FeSDI – Federazione delle Società Diabetologiche Italiane, hanno stilato un documento di consenso che indichi i requisiti indispensabili e le modalità operative corrette per avviare delle attività di telemonitoraggio in diabetologia.
Il documento, intitolato “Percorso di Telemonitoraggio in Diabetologia – Consensus AMD-SID”, fornisce, secondo le parole degli autori, delle “linee di indirizzo per il monitoraggio a distanza dei pazienti, rispondendo alle esigenze di una popolazione che registra un forte invecchiamento e un aumento delle malattie croniche”.
Quando si parla di telemonitoraggio si intende la tecnologia che consente agli operatori sanitari di monitorare a distanza i pazienti cronici, mantenendo sotto controllo i parametri vitali e clinici rilevati in modo continuativo attraverso sensori o dispositivi connessi. I vantaggi del telemonitoraggio sono molti e vari: innanzitutto si favorisce una rilevazione costante dei parametri significativi, riducendo in questo modo il rischio di complicanze associate e favorendo una migliore gestione quotidiana della patologia cronica, grazie a una maggiore tempestività delle decisioni mediche e a un accesso equo ai servizi anche per i soggetti fragili e/o residenti in aree svantaggiate. Questo si traduce in numerosi vantaggi in termini di benessere psicologico per il paziente, di aderenza alle terapie e di ottimizzazione delle risorse per il sistema sanitario, grazie alla riduzione delle visite in presenza.
Una delle indicazioni principali che emerge dal documento di consensus di SID e AMD è la necessità di combinare il semplice dato della misurazione glicemica alla storia clinico-terapeutica di ogni singolo paziente, attraverso la lettura della Cartella Clinica Elettronica personale. Appare quindi necessaria un’integrazione tra gli strumenti di monitoraggio digitale del paziente e una valutazione personalizzata da parte del curante per quanto riguarda i valori rilevati e gli avvisi generati, che devono essere quanto più possibile adattati al profilo clinico della singola persona.
Non da ultimo, nel documento viene anche sottolineato come i numerosi dati raccolti dal telemonitoraggio potranno essere inoltre utilizzati per scopi di survey epidemiologiche, con la finalità di migliorare sempre di più la gestione della patologia.
Un’esigenza, quella di favorire la diffusione del telemonitoraggio, che risponde anche alla Missione 6 Salute del PNRR, che si prefigge di migliorare l’assistenza territoriale e il supporto ai pazienti cronici grazie agli strumenti della telemedicina. Come sottolineato da SID e AMD, “Tra le cinque patologie croniche prioritariamente incluse nei servizi di Telemedicina individuati dal PNRR, il diabete è quella interessata dal coinvolgimento della maggior quantità di pazienti che, nella quasi totalità dei casi, sono già in possesso a domicilio degli strumenti di misurazione glicemica necessari al telemonitoraggio”. Una situazione che vedrebbe quindi la diabetologia come un vero e proprio modello apripista a cui guardare per quando riguarda la pratica sempre più in crescita del monitoraggio a distanza.
Fonte
Documento “Percorso di Telemonitoraggio in Diabetologia – Consensus AMD-SID”: https://aemmedi.it/wp-content/uploads/2024/05/AMD_SID_Telemonitoraggio_Consusens2024-1.pdf