Una tesi scritta sulla propria pelle (diabetica). Chiacchiere post-laurea con Giovanni

Quando ci incontriamo online, Giovanni Mereu è laureato da poco meno di un mese in Scienze Motorie presso l’Università degli Studi di Cagliari.

Ha completato il ciclo di studi triennale con una tesi compilativa sul ruolo dell’attività fisica nel benessere psico-fisico del paziente diabetico.

Il suo lavoro è stato definito di nicchia, in quanto è stato il primo a indagare anche l’aspetto psicologico della persona con diabete, decidendo inoltre di farsi seguire dal professore di psicologia.

Una tesi scritta, metaforicamente, sulla propria pelle: da marzo 2020 Giovanni convive con la diagnosi di diabete di tipo 1. Rigoroso e oggettivo, il suo lavoro è un’ulteriore conferma del proprio vissuto personale.

“Sappiamo già quanto sia vitale l’attività sportiva per il fisico diabetico, ma gli aspetti psicologici sono meno indagati” mi spiega entusiasta. Invece nei primi mesi dopo la diagnosi è stata proprio una regolare routine sportiva a sostenere la salute mentale di Giovanni.

“Era un momento di crisi per me e per il paese intero che affrontava la quarantena per l’epidemia di Covid-19. Così, volente o nolente, non avevo altri posti dove andare se non il mio terrazzo: la mia routine sportiva è iniziata così”

E proseguirà così fino alla fine della pandemia, un’oretta di allenamento sul terrazzo alla volta.

“Con la ripresa non ho potuto mantenerla appieno, ma una volta diventato più sicuro di me sono stato più libero di rendere la mia routine flessibile. È diventato un viaggio alla scoperta di me stesso.”

Un viaggio che si riversa in tutto il lavoro di Giovanni, fino all’ultima pagina, quella della dedica.

Ho letteralmente dedicato questa tesi al mio pancreas per avermi fornito lo spunto. L’ho fatto davvero. Alla fine, il diabete mi ha aiutato a conoscermi, scoprirmi, capire meglio me stesso e le mie emozioni. Ho anche conosciuto persone online come Ilenia di Diametro, che nella tesi ho ringraziato come amica di penna… di insulina, per tutti i consigli e il supporto. So benissimo quali difficoltà comporta, gli scleri sono all’ordine del giorno. Anche questo l’ho scritto, sì, perché le difficoltà ci sono ed è giusto crollare ogni tanto.”

Poi ci si rialza e, se sei Giovanni, si va a fare Calisthenics, un tipo di allenamento a corpo libero a cui è particolarmente appassionato e all’interno del quale ha trovato nuove persone con cui confrontarsi, tra cui un altro ragazzo con diabete.

L’incontro con altre persone, la possibilità di fare squadra, di vivere la dimensione sportiva in un’ottica di salute e di comunità, è proprio uno dei risultati presentati nella tesi di Giovanni.

“In generale si rileva un miglioramento degli aspetti cognitivi e un effetto protettivo contro il deterioramento. Ma si rileva anche un importante effetto protettivo dei sintomi di ansia e di depressione tramite lo sport, proprio perché l’attività fisica favorisce l’inclusione, quando praticata in gruppo, e la responsabilizzazione, soprattutto nel caso di bambini.”

Lo sport, mi ricorda salutandomi, ha davvero il potere di far stare bene, sia fuori che dentro.