11 gennaio 2002: giornata cruciale

Una giornata cruciale per la “truppa” D.I.S.K. 2002

Oggi il gruppo ha compiuto una vera e propria impresa. L’entusiasmo cresce insieme alla soddisfazione e il clima e’ quello di una goliardica avventura tra amici.
Ecco cosa ci hanno raccontato oggi il “generale supremo” Casiraghi, il suo “luogotenente” Zolli e “l’umile soldato Gennarino diesel”.
A chiudere il diario il racconto di Andrea, un ragazzo del gruppo.

Mai cosi’ in alto!
Oggi e’ stata la giornata cruciale per il gruppo perché e’ stata la giornata dell’acclimatamento.
Il dottor Aldo Maldonato, Marco Peruffo, Mauro Sormani ed io abbiamo salito la cresta nord ovest del monte Mawenzi, arrivando fino a quota 5000 metri. Per Mauro era la prima volta che saliva cosi’ in alto. In precedenza era salito fino a 4000 metri mentre oggi e’ arrivato a quota 5000.
A causa del ghiaccio e della neve siamo poi ridiscesi per la stessa via.

Tutto il resto del gruppo invece e’ salito fino al Mawenzi Hut, a 4600 metri, percorrendo un dislivello di 900 metri in solo tre ore. Il percorso e’ durato meno di quanto previsto. Tutto e’ andato bene. Non c’e’ stato nessun problema. Abbiamo misurato la glicemia fino a 5000 metri ed e’ sempre risultata in valori accettabili.
È stata una giornata molto importante per tutto il gruppo.
(Vittorio Casiraghi)

Ci siamo fatti valere!
Confermo che e’ stata una giornata importantissima: 13 persone sono salite a quota 4600 metri.
Oggi era la giornata dell’acclimatamento. Era previsto di salire fino a 4200 metri e poi scendere. Perché l’acclimatamento prevede di salire e poi scendere, una tecnica che si usa in questi ultimi anni per prepararsi meglio all’ascensione delle vette molto alte evitando il mal di montagna.
La guida e’ rimasta favorevolmente impressionata dalla nostra preparazione e ci ha proposto di arrivare al Mawenzi Hut, 4600 metri di quota. Solo due delle 13 persone che oggi hanno partecipato alla tappa avevano salito un livello cosi’ alto! Quindi 11 persone sono arrivate per la prima volta in vita loro a 4600 metri. Questa e’ stata una cosa veramente molto importante che ci ha regalato un umore molto alto e la consapevolezza che stiamo facendo una cosa molto importante.
È stata una giornata cruciale e importantissima che ci e’ servita per verificare le nostre forze e capire che sono discrete.

La nostra equipe medica si e’ prodigata in questi giorni in alcuni casi urgenti. Ieri la dottoressa Marianna Veronese, che e’ una giovane anestesista, ha brillantemente risolto un caso di pre-edema polmonare. Questa sera, invece, un uomo danese di 69 anni con un edema cerebrale e’ stato trattato da me con il cortisone. Quindi ci siamo anche fatti valere da questo punto di vista per dimostrare ancora una volta la valenza di solidarieta’ della nostra impresa.

Le cose stanno andando molto bene. siamo molto contenti e realisticamente soddisfatti.

Domani mattina saliremo al rifugio Kibo a 4700 metri. Pernotteremo li’ e la mattina successiva, alla prime luci dell’alba di domenica 13, usando un termine militare, sferreremo l’attacco alla vetta, dove speriamo di arrivare tutti. Siamo consapevoli dei nostri limiti e anche delle nostre forze. È un’esperienza molto, molto bella. Sono tutti ragazzi eccezionali che meritano di essere elogiati per la loro forza d’animo, per il loro coraggio e per la loro serenita’. E voglio dire ancora una volta che mi hanno davvero insegnato tantissime cose.
(Mario Zolli)

I controlli medici: oggi un test per valutare il mal di montagna
Oggi insieme alla dottoressa Paola Pavan, specializzanda in medicina dello sport, abbiamo praticato a tutti, diabetici e non, un test: il Lake Louise score. Questo test permette di fare una valutazione a punteggio dei sintomi del mal di montagna per avere un sospetto di questa patologia nei casi dubbi.
Abbiamo fatto il test a quota 3700 metri e lo score di tutti e’ risultato inferiore a 5. Questo valore e’ il limite oltre il quale si comincia ad avere qualche sospetto. Per fare un esempio, il signore danese con l’edema cerebrale aveva un punteggio di 14.
Domani lo ripeteremo a quota 4700 per avere ulteriori garanzie di sicurezza per poter affrontare la cima per quanti di noi se la sentiranno. Speriamo tutti!
(Gerardo Corigliano)

Un panorama che lascia senza fiato!
Mi sento bene. E’ la prima volta che salgo cosi’ in alto. Oggi sono arrivato addirittura a quota 4700. Devo essere sincero, mi sono avvicinato a questa esperienza con un po’ di timore. Pero’, in effetti, vedo che il fisico regge bene e la forza di volonta’ c’e’. Io ho 25 anni e sono diabetico da 13.
Circa due anni fa sono andato in Valle d’Aosta con degli amici. Ma non avevo mai superato i 3000 metri in una giornata. Quindi e’ la primissima volta che sono cosi’ in alto e per cosi’ lungo tempo!

C’e’ una cosa che vorrei dire… il sole e’ appena tramontato da mezz’ora… una cosa che mi ha lasciato veramente senza fiato! Non avevo mai visto un simile panorama da nessun’altra parte!
Speriamo di riuscire ad arrivare in vetta!
(Andrea Ghelardi)